Solo un paio di giorni fa l’IBU celebrava l‘Equal Pay Day, rinnovando il suo impegno trentennale nella lotta per il raggiungimento della parità di genere in tutti gli ambiti della grande famiglia del biathlon; oggi, dalle pagine del proprio sito, presenta un esempio di come alle donne possano essere aperte nuove porte e nuovi ruoli fino a poco tempo fa impensabili. Si tratta di una storia di impegno e amore verso il biathlon, che non è solo fatto di risultati, record o spettacolo sugli sci o al poligono, ma anche di cambiamenti, rottura di barriere e nuovi standard.
Tadeja Brankovic, che ha difeso i colori della Slovenia per quasi vent’anni in Coppa del Mondo, e nel 2006 è stata portabandiera per la sua nazione durante la cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici di Torino, oggi è team leader della squadra slovena, ma la sua storia di sfide e trionfi non si è esaurita al termine dell’attività agonistica.
“In 16 anni memorabili, la mia carriera nel biathlon è stata piena di trionfi e sfide. La vita mi ha servito però però altre sorprese” ha dichiarato in una intervista a Biathlonworld nell’ambito della serie “Breaking Boundaries" “Dalle battute d’arresto personali come il divorzio alle battaglie per la salute come il cancro al seno. Eppure oggi, come team manager della squadra slovena di biathlon, trovo conforto e determinazione, restituendo quanto ho ricevuto da una comunità che mi ha formato.”
“Il podio di Oslo resta una pietra miliare significativa nel mio percorso agonistico. Tuttavia, il mio successo più caro è quello in casa a Pokljuka, dove ho avuto il sostegno della mia famiglia e dei miei amici presenti” afferma, ripercorrendo il passaggio dalla vita di atleta a quella di manager, a cui è arrivata passando per una laurea e una specializzazione in management “Dopo il ritiro, ho trovato un nuovo scopo come team manager. Questo ruolo combina perfettamente le mie conoscenze accademiche con decenni di esperienza sul campo.”
In questo momento, spesso viene definita la zia del dietro le quinte, perché i suoi atleti sanno di potersi confrontarsi con lei ad ogni momento e per qualsiasi bisogno, ma il suo ruolo è molto variegato. Dalla gestione della logistica allo sviluppo delle relazioni con l’IBU “Ogni giorno porta una nuova sfida e io vivo di questo”
L’IBU sta portando avanti da anni una battaglia affinché le donne possano trovare rappresentanza anche ai piani tecnici e dirigenziali della disciplina, in ambito nazionale ed internazionale. Brankovic dà il suo punto di vista sull’argomento:“Le donne portano un’energia e una prospettiva uniche su ogni ambito. Nel biathlon, le nostre intuizioni e il nostro approccio possono creare un equilibrio armonioso con i nostri colleghi maschi, promuovendo la crescita collettiva. Abbiamo bisogno di più donne a tutti i livelli dello sport."
La storia di Tadeja Brankovič non parla solo di un atleta o di un manager; si tratta di un essere umano che affronta la vita a testa alta, con stile, coraggio e gratitudine. Nel 2022 ha pubblicato "Peta Olimpjada” (La quinta Olimpiade), un’autobiografia che per dirla con le sue parole è più “una testimonianza dell’immortalità spirito umano” che un semplice libro di memorie. Resilienza è una parola di cui spesso oggi si abusa, ma perfetta per descrivere la avventura, sportiva e umana: il viaggio di Tadeja, con le sue innumerevoli sfide e vittorie, è un’ispirazione per tutti.