Ieri, 18 settembre, si è celebrata la Giornata Internazionale della Parità retributiva, un’occasione dedicata a sensibilità sulla disparità retributiva e a sostenere la chiusura del divario retributivo di genere. Sui suoi social media, l’IBU ha commemorato l’Equal Pay Day, rimarcando ancora una volta come sia da tempo in prima linea per garantire la parità di genere all’interno del proprio sport e questo lavoro che porta avanti da 30 anni si riflette nella qualità delle prestazioni e nella popolarità della disciplina, oltre che nei premi in denaro ormai standard per uomini e donne.
La parità di genere rappresenta uno dei capisaldi per l’International Biathlon Union, in un percorso che parte da lontano: oltre ai premi in denaro standard indipendentemente dal sesso dell’atleta, infatti, l’IBU garantisce la stessa quota di posti per uomini e donne in tutti gli eventi IBU e un pari numero di medaglie/premi in palio per donne e uomini non solo durante la Coppa del Mondo ma anche in tutti gli altri eventi internazionali, a partire dai Campionati Mondiali (dal 1984) e passando per i Giochi Olimpici (dal 1992).
I format misti, poi, sono diventati una parte fondamentale dei programmi della stagione invernale del biathlon, a tutti i livelli, con le Staffette Miste, implementate dal Mondiale di Hochfilzen del 2005, e le Miste Singole, introdotte per la prima volta nella stagione 2015 in Coppa del Mondo e arrivate ai Mondiali nel 2019 ad Oestersund .
Il lavoro, però, per raggiungere la totale uguaglianza non si ferma: l’obiettivo è quello di affermare figure femminili anche nelle Federazioni Nazionali e negli staff tecnici. Uno dei primi passi compiuti in questa direzione è stato fatto nel 2019, quando il board dell’IBU ha lanciato un seminario dal titolo "Women in biathlon", una piattaforma per consentire alle donne con ambizione e la capacità di leadership di iniziare a sviluppare meccanismi per raggiungere i propri obiettivi di carriera attraverso un livello più elevato di uguaglianza di genere. Nel 2020 è stato istituito il Gruppo di Lavoro sull’Uguaglianza di Genere per guidare la federazione su strategie e politiche che mirano a migliorare l’uguaglianza di genere a tutti i livelli della disciplina, contribuendo attivamente alla lotta contro gli stereotipi di genere negativi nello sport e alla promozione di modelli positivi attraverso lo sport e media, facendo prevenzione nella violenza di genere.
Risultato del Seminario è il piano strategico Target 26 dell’IBU, approvato nell’ottobre 2019. Il programma fornisce un quadro per lo sviluppo e la crescita del biathlon in modo dinamico e in modo sostenibile fino al 2026. Lo scopo è quello di ottenere miglioramenti pratici e tangibili in tutti i settori (sportivi e dirigenziali) entro i Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina nel 2026. Il piano strategico è stato sviluppato sulla base del Gender Equality Review Project del CIO del 2018 nonché sull’obiettivo 5 dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite per “raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze” entro il 2030 e la proposta dell’Unione Europea sull’uguaglianza di genere nello sport per le azioni strategiche 2014-2020.
Per promuovere promuovere una cultura basata sui valori del rispetto, dell’uguaglianza e della sostenibilità, l’IBU ha lanciato il Gender Equality Athlete Ambassador Programme nel 2021, che mira a costruire fiducia nello sport del biathlon attraverso i suoi atleti. Un gruppo di atleti che funge da modello non solo per i propri colleghi ma anche per la grande famiglia del biathlon globale, fatta da fan e appassionati in tutto il mondo. Nel 2022, l’azzurro Thomas Bormolini è stato accolto tra gli ambasciatori; nel giugno di quest’anno invece, nuovi ambasciatori (Alla Ghilenko, Titus Clark, Kelsey Dickinson, Regina Ermits) sono stati selezionati per proseguire la campagna di sensibilizzazione promossa dall’IBU per il biennio 2023-2025.