Domani raggiungerà Valdidentro per riprendere la preparazione insieme ai compagni di squadra. La piccola pausa è già terminata per Dorothea Wierer, anche se di riposo non ce n’è stato molto, in quanto l’azzurra è stata occupata, come sempre, da tanti impegni extra sportivi. L’altoatesina delle Fiamme Gialle è sempre molto ricercata, al punto da dover anche rifiutare qualche invito prestigioso, per non caricarsi troppo.
Tra i tanti impegni, lo scorso weekend Dorothea Wierer si è recata a Misano, per assistere al motomondiale, madrina d’eccezione del Gran Premio Red Bull di San Marino e della Riviera. In quella occasione l’azzurra ha rilasciato una interessante intervista al collega Alberto Dolfin, pubblicata questa mattina da Specchio, inserto domenicale del quotidiano La Stampa.
Oltre a parlare dei suoi tanti impegni extra sportivi, Wierer è tornata sul suo futuro e sulla possibile presenza ad Anterselva in occasione delle Olimpiadi Milano Cortina 2026. La campionessa azzurra ha spiegato che già la prossima estate sapremo cosa farà, in quanto questa stagione rappresenterà un crocevia fondamentale per sciogliere ogni dubbio. «Sarebbe una bella cosa (gareggiare alle Olimpiadi del 2026, ndr), però mi rendo conto che sono al limite. Anche perché non andrei lì per partecipare. Questa stagione sarà il crocevia, poi o smetto o continuo fino al 2026, perché non avrebbe senso mollare l’inverno prima». L’azzurra ha anche allontanato ogni ipotesi di stop per maternità per poi tornare a gareggiare: «Quando smetterò, non ritornerò. Per noi biatlete è difficile (essere mamme e atlete, ndr) perché giriamo tanto anche d’estate. Poi abbiamo un raduno al mese, quindi non me la sentirei di fare entrambe le cose: preferisco concentrarmi su una alla volta, fatta bene».
La regina del biathlon mondiale, dopo aver affermato di "voler restare ancora ad alto livello", ha poi spiegato come mai ha scelto il colore bianco per la propria carabina in vista della stagione 2023/24. La motivazione le fa onore: «Sarà bianca. Un colore neutro, tranquillo, che vuole simboleggiare anche la pace».
L’azzurra ha poi parlato di quanto la guerra in Ucraina stia impattando sul biathlon, sottolineando di essere molto dispiaciuta per gli atleti ucraini e anche per russi e bielorussi, esclusi per colpe non loro: «È una situazione triste e molto difficile. Ci sono gli atleti ucraini che hanno tutti i familiari in guerra e molti di quelli con cui ho parlato, hanno raccontato di episodi che non leggi sui giornali. Poi, ci sono gli atleti russi e bielorussi che non c’entrano assolutamente nulla con la guerra, però non possono gareggiare, nemmeno se le loro idee sono distanti da quelle del loro Governo. È tutto un po’ strano».
Tra i tanti altri argomenti toccati nell’intervista, tra i quali anche hobby e alcune sue idee per il post carriera, Wierer ha anche svelato di apprezzare tantissimo Jannik Sinner: «È il mio preferito tra gli atleti emergenti. Non lo conosco di persona, ma magari capiterà l’occasione. È il top del top. A parte il talento e la grinta che ha, mi sembra una persona normale».
Biathlon – Dorothea Wierer parla su Specchio: “Questa stagione sarà il crocevia: o smetto oppure arrivo a Milano Cortina 2026; la carabina? Sarà bianca per la pace”
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