Nella giornata di ieri, 13 settembre si è tenuta a Parigi l’assemblea in cui il Comitato olimpico francese si è ritrovato per discutere la candidatura delle regioni Alvernia-Rodano-Alpi e Provenza-Alpi-Costa Azzurra per l’organizzazione dei Giochi invernali del 2030. Giovedì scorso una delegazione si era invece recata a Losanna (Svizzera) per incontrare Thomas Bach, presidente del CIO. Sempre presente, tra i vari membri del gruppo che porta avanti il progetto, anche Martin Fourcade.
Di fronte a loro per l’organizzazione dei Giochi Olimpici del 2030, le Alpi francesi troveranno tra le altre candidate Salt Lake City (Stati Uniti). Per la verità, la città ospitante del 2002 avrebbe tuttavia espresso una preferenza per l’edizione del 2034, poiché Los Angeles ospiterà già i Giochi estivi del 2028.
La città giapponese di Sapporo procrastina, tra chi è a favore e chi è contro il progetto di avere un’edizione delle Olimpiadi in casa. il Comitato Olimpico della Svezia, avversario di Milano/Cortina per le Olimpiadi invernali del 2026, intende a sua volta candidarsi. "Il nostro studio preliminare dimostra che la Svezia ha l’opportunità, il know-how e la volontà di organizzare i Giochi del 2030", ha affermato il suo presidente, Hans Von Uthmann, in un comunicato stampa pubblicato a metà giugno.
Anche in Svizzera è stato avviato uno studio di fattibilità per verificare se fosse opportuno che la Confederazione, come Paese, partecipasse alla corsa. "Per 13 dei 14 sport invernali olimpici, la Svizzera disporrà entro la fine del decennio di un’infrastruttura moderna e adeguata", ha recentemente osservato la RTS. Solo il pattinaggio di velocità non ha avrebbe potenziale sede di gara per quanto riguarda la possibile candidatura svizzera. Ricordiamoci inoltre che Lenzerheide ospiterà i Campionati del mondo di biathlon nel 2025, ovvero un altro grande evento internazionale.
Olimpiadi 2030 – Francia di Fourcade in pole, gli Usa si chiamano fuori e il Giappone tergiversa. Svezia e Svizzera le possibili alternative

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