Giusto tributo quello riservato giovedì durante la 1K Shot di Livigno nei confronti della Nazionale Italiana Paralimpica di sci di fondo, “special guests” della kermesse livignasca. Applausi meritati nei confronti degli azzurri, ragazzi e uomini esempio di coraggio e tenacità che hanno tratto forza e spirito degli imprevisti che la vita ha riservato loro.
Sport che ha e che deve avere un ruolo sociale molto importante in termini di inclusione, con lo standing Cristian Toninelli della Val Camonica paraolimpionico a Pyeongchang 2018 e Pechino 2022, ad effettuare le fasi di qualifica con i colleghi normo. E poi le sfide dei sitting, a rispettare con la solita grinta e carica agonistica, la loro presenza a Livigno. Detto della sfida di Toninelli, come per i colleghi normo, anche per i “fantastici 4” i sitting Michele Biglione, Gian Franco Paglia, Marco Pisani ed il neo tesserato Sporting Club Livigno Simone Ciulli argento olimpico nel nuoto a Tokyo 2020 Simone Ciulli, la gara è incominciata con la qualifica a tempo e poi con le batterie di finali.
Il primo a transitare sul traguardo è stato l’olimpionico di Pechino 2022 il piemontese Michele Biglione, riconosciuto poi vincitore alla pari del Tenente Colonnello Gianfranco Paglia, primo tetraplegico in Italia a cimentarsi sugli sci stretti. Una delle tante sfide affrontate con lo sguardo fiero ed il sorriso da parte dalla medaglia d’oro al valore militare, tenente colonnello Gianfranco Paglia costretto su una sedia a rotelle da quando, giovane ufficiale dell’Esercito, fu ferito gravemente in battaglia a Mogadiscio in Somalia, quando sgomberò con il proprio veicolo corazzato alcuni militari feriti. “Comandante di plotone paracadutisti, inquadrato nel contingente italiano inviato nel luglio 1993 in Somalia nell’ambito dell’operazione umanitaria voluta dalle Nazioni Unite, Paglia partecipava con il 183° rgt. Par. "NEMBO" al rastrellamento di un quartiere di Mogadiscio – riporta il sito del Quirinale – Nel corso dei successivi combattimenti, proditoriamente provocati dai miliziani somali, con perizia ed intelligenza concorreva con le forze alle sue dipendenze allo sganciamento di alcuni carri rimasti intrappolati nell’abitato. Dopo aver sgomberato con il proprio veicolo corazzato alcuni militari feriti, di iniziativa si riportava nella zona del combattimento e, incurante dell’incessante fuoco nemico, coordinava l’azione dei propri uomini, contrastando con l’armamento di bordo l’attacco nemico. Per conferire più efficacia alla sua azione di fuoco si sporgeva con l’intero busto fuori dal mezzo esponendosi al tiro dei cecchini che lo colpivano ripetutamente. Soccorso e trasferito presso una struttura sanitaria di Mogadiscio, reagiva con sereno e virile comportamento alla notizia che le lesioni riportate gli avevano procurato menomazioni permanenti. Chiarissimo esempio di altruismo, coraggio, altissimo senso del dovere e saldezza d’animo”.
Storie di vita che vanno certamente raccontate, vite e storie che meritano le dovute riflessioni anche in tema del corretto approccio verso i semplici infortuni sportivi in ambito agonistico, talvolta affrontati come vere e proprie tragedie.
1K Shot – Grande accoglienza a Livigno per la nazionale di sci di fondo paralimpico
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