Biathlon | 25 agosto 2023, 10:00

Biathlon - Julia Simon si difende: "Ora posso dirlo, non ho fatto nulla"

Biathlon - Julia Simon si difende: "Ora posso dirlo, non ho fatto nulla"

In queste ore torna a tenere banco la vicenda che ha scosso l'estate del biathlon francese e che vede come protagonista la vincitrice della Coppa del Mondo della passata stagione, Julia Simon.

In occasione di uno stage in altura a Bessans (Savoia), questo giovedì la francese ha rilasciato una lunga intervista alle testate francesi di L'Equipe e SkiChrono in cui ha parlato per la prima volta del caso legale tra lei e la sua compagna di squadra Justine Braisaz-Bouchet, che ha sporto denuncia contro di lei per frode con carta di credito. La vincitrice della Classifica Generale di Coppa del Mondo non riconosce i fatti e ha addirittura sporto denuncia per furto d'identità.

Dopo il silenzio che aveva accompagnato le prime settimane seguite alla divulgazione della notizia, la detentrice della Grande Sfera di Cristallo ha deciso di rompere il silenzio, confutando le accuse che le sono state rivolte: "È una situazione che mi rattrista, che va oltre le mie capacità. È anche vero che questa non è una situazione che sono abituata a vivere. Non riconosco nella maniera più assolita le accuse che mi vengono mosse, per questo devo dare la mia versione dei fatti" fa sapere "Ci sono degli acquisti fatti tramite carta di credito [sulla carta di Braisaz-Bouchet e di un altro membro dello staff, ndr] a mio nome ma sono anche io vittima di questa situazione. Il mio nome è stato usato a mia insaputa. Attualmente, l'inchiesta è in corso e bisogna lasciar fare agli inquirenti il loro lavoro per svelare la verità. Da parte mia ho sporto denuncia contro ignoti per furto d'identità. Lascio che se ne occupi la polizia"

"Vedo quello che dicono i media, vedo che i fatti vengono spiegati continuamente. Ma non viene mai detto che potrei non essere stato io a fare questo. Quindi voglio esprimermi sull'argomento e sfogarmi. Non è mia intenzione gettare benzina sul fuoco" chiarisce la biathleta di Villard sur Doron, quando le chiedono perché ha deciso di parlare proprio ora "ma piuttosto dire che non ho fatto nulla, che bisogna lasciare che le indagini facciano il loro corso e rimettere l'atleta al centro del dibattito. Siamo qui per fare sport. Adesso non voglio più sentir parlare di questa storia. Ora che ho espresso la mia posizione, voglio parlare solo di sport" E ribadisce la sua linea di difesa: "Non ho fatto nulla, ora posso dirlo, ed è necessario che io venga fuori da questa situazione."

Nel corso dell'intervista, Julia Simon rivela anche di essere caduta dalle nuvole quando è stata informata delle accuse, a fine settembre 2022, al termine di un raduno, da Stéphane Bouthiaux, direttore delle squadre francesi di biathlon. "Ero completamente stordita" riassume, raccontando di aver spiegato la situazione ai suoi compagni di squadra già a dicembre. L'atleta ammette anche di aver comesso "alcuni errori", come ad esempio aver sottovalutato la gravità della vicenda e averla affrontata da sola. "Ero come uno struzzo, dicendomi che l'inverno era arrivato e che dovevo fare il mio sport. Non avevo realizzato quanto potesse diventare importante questa storia. Ma avrei dovuto prendere subito le persone che mi assistessero, come un avvocato"

Infine, è tornata sui suoi rapporti con la squadra, precisando di aver avuto la sensazione che "le tensioni" all'interno del gruppo "sono apparse a mano a mano" nel corso dell'inverno; ciononostante la stagione si è svolta a suo parere abbastanza bene, perché "tutti avevano i proprio obiettivi e siamo qui per competere ad alto livello". Non dà colpe né alla Federazione, che a suo dire si è trovata come tra l'incudine e il martello, tra la vincitrice della generale e una campionessa olimpica, né ai compagni di squadra. E si assume tutte le responsabilità per la scelta di essere rimasta in silenzio, lontano dai social e anche dalla squadra, in questi mesi: "Ho preferito dare priorità alla mia salute mentale e allenarmi a casa. Il che mi permetteva di tornare a casa la sera, di mettere da parte il biathlon, vedere le mie amiche e parlare d'altro. È stata una mia scelta e me ne assumo le responsabilità. La cosa più difficile è sentire questa esclusione sociale, ma so che non è facile né per la federazione, né per le ragazze. Ho la sensazione che abbiano perso la mia fiducia e che ce l'abbiano un po' con me. Il che può essere comprensibile."

 

Federica Trozzi