Vladimir Zografski, leader del Summer Grand Prix 2023 di salto con gli sci, ha raccontato ai media bulgari la sua storia (ripresa da Skijumping.pl, ndr), lastricata tanto di soddisfazioni, quanto di momenti difficili.
"Ho iniziato la mia carriera professionale intorno al 2006 – ha spiegato l’atleta –. Mio padre era un saltatore con gli sci e mi ha ispirato a seguire la sua stessa strada, anche se ero principalmente un appassionato di calcio. A un certo punto a Samoków, la mia città natale, è stata costruita una piccola collina. Mio padre mi ha chiesto se volessi provare a saltarci: è così che è nato tutto".
"Ho iniziato la mia carriera professionale intorno al 2006 – ha spiegato l’atleta –. Mio padre era un saltatore con gli sci e mi ha ispirato a seguire la sua stessa strada, anche se ero principalmente un appassionato di calcio. A un certo punto a Samoków, la mia città natale, è stata costruita una piccola collina. Mio padre mi ha chiesto se volessi provare a saltarci: è così che è nato tutto".
Il primo viaggio internazionale per partecipare a una competizione senior per Zografski è arrivato all’età di… 11 anni! "Non c’erano molti saltatori in Bulgaria a quel tempo, quindi sono stato portato alla Continental Cup – ha rivelato -. Tuttavia, non ero ancora pronto per quel circuito. Pesavo circa 30 chilogrammi… Non sono riuscito a fare bene, sono anche caduto durante uno dei tentativi di salto: per quanto ne so, la Federazione internazionale di sci e snowboard dopo questo evento ha innalzato il limite di età nella disciplina".
Il piccolo Vladimir, quindi, non gareggiò alla Continental Cup 2005, ma il suo debutto avvenne soltanto due anni più tardi, a Oberstdorf 2007. Da quell’istante, il suo percorso sportivo ha registrato un’ascesa continua: nella stagione 2011/2012 il bulgaro ha addirittura conquistato l’ottavo posto in Coppa del Mondo a Lillehammer e ha ottenuto un podio in Continental Cup.
La crisi è sopraggiunta nella stagione olimpica 2013/2014, in cui ha superato le qualificazioni solo quattro volte, senza mettere a referto un solo punto ai Mondiali. In quel frangente, Zografski ha seriamente pensato di porre fine alla sua carriera, anche a causa dei problemi di salute, inclusa una lesione alla colonna vertebrale.
La stagione successiva, però, i risultati ritrovati e la vittoria della medaglia d’oro alle Universiadi gli hanno ridato slancio, fino ai successi odierni. Si può dire di tutto, ma non che sia stato un cammino facile per lui: "Poiché vengo dalla Bulgaria, dove non c’è nemmeno una collina attiva, non mi è mai stata data alcuna chance. Sono stato guardato sempre dall’alto in basso, anche con disprezzo. Nessuno credeva che potessi vincere una competizione junior. Ho raggiunto questo obiettivo attraverso il duro lavoro. Vincendo, un uomo impara a credere in se stesso, ecco perché apprezzo così tanto tutti i miei successi".
Il piccolo Vladimir, quindi, non gareggiò alla Continental Cup 2005, ma il suo debutto avvenne soltanto due anni più tardi, a Oberstdorf 2007. Da quell’istante, il suo percorso sportivo ha registrato un’ascesa continua: nella stagione 2011/2012 il bulgaro ha addirittura conquistato l’ottavo posto in Coppa del Mondo a Lillehammer e ha ottenuto un podio in Continental Cup.
La crisi è sopraggiunta nella stagione olimpica 2013/2014, in cui ha superato le qualificazioni solo quattro volte, senza mettere a referto un solo punto ai Mondiali. In quel frangente, Zografski ha seriamente pensato di porre fine alla sua carriera, anche a causa dei problemi di salute, inclusa una lesione alla colonna vertebrale.
La stagione successiva, però, i risultati ritrovati e la vittoria della medaglia d’oro alle Universiadi gli hanno ridato slancio, fino ai successi odierni. Si può dire di tutto, ma non che sia stato un cammino facile per lui: "Poiché vengo dalla Bulgaria, dove non c’è nemmeno una collina attiva, non mi è mai stata data alcuna chance. Sono stato guardato sempre dall’alto in basso, anche con disprezzo. Nessuno credeva che potessi vincere una competizione junior. Ho raggiunto questo obiettivo attraverso il duro lavoro. Vincendo, un uomo impara a credere in se stesso, ecco perché apprezzo così tanto tutti i miei successi".