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Biathlon – Anna Grukhvina: “5 su 5 al poligono non è ancora il mio standard. I miei obiettivi? Lavorare e poi…”

Anna Grukhvina, reduce dal passaggio dallo sci di fondo al biathlon, sta vivendo un periodo di adattamento in questi primi mesi trascorsi a praticare la nuova disciplina, nei quali alterna salite e dislivelli sugli sci, pur non avendo ancora sciato con la carabina sulla schiena.
Ha invece iniziato a maneggiare l’arma, come ha riferito lei stessa a "Match TV": "Non ci sono esempi da seguire, ognuno deve lavorare al proprio ritmo e io cerco di concentrarmi sulla cosa giusta da fare, cogliere tutte le sfumature e correggerle accuratamente – ha dichiarato -. Acquisito tutto ciò, potrò cominciare a pensare di limare il mio tempo al poligono".
Grukhvina a 13 anni si cimentava nel tiro a segno sotto la guida della medaglia olimpica Olga Melnik, ma "non sparavo dopo una corsa sugli sci, ero senza carico, ferma, al chiuso. Ho acquisito le basi del tiro, ma si può affermare che il biathlon sia un mondo nuovo per me".
Fare cinque su cinque non le riesce molto spesso, anche se "a volte accade", ha candidamente ammesso la 23enne. Quest’ultima ha quindi allestito un paragone con gli allenamenti nello sci nordico: "Hanno semplicemente una specificità diversa. Se confrontiamo l’attività puramente fisica, non definirei proibitivi i carichi del biathlon, ce ne sono di più nel fondo. Tuttavia, sono sport davvero diversi".
Il suo allenatore, Mikhail Shashilov, è noto per non far debuttare nella prima parte d’inverno coloro che passano da una disciplina all’altra: l’ha già fatto con Nataliya Shevchenko e probabilmente riproporrà lo stesso schema con Anna Grukhvina. Per lei, però, questo non è un problema: "Se forzi i tempi, puoi ottenere un effetto negativo e rimanere deluso. È meglio fare progressi continui senza appesantire l’anima".
Il motivo del suo cambio di disciplina risiede in un lavoro di analisi introspettiva condotto dalla stessa biatleta russa: "Ho esaminato i miei anni sugli sci e ho capito che il passaggio al biathlon mi avrebbe aiutato a svilupparmi ulteriormente come atleta. Se non avessi colto ora l’occasione di imbracciare la carabina, forse non avrei più avuto altre chance del genere".
È prematuro, infine, parlare di obiettivi per la prossima stagione: "Non mi piace aprirmi su questo argomento, preferisco tenerli per me. Posso solo dire che sono motivata: se non ci fosse motivazione in me, non praticherei il biathlon. Ora lciò che conta è progredire e lavorare, lavorare, lavorare".
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