Il fondista francese Camille Laude ha scelto di ritirarsi dall’attività agonistica, annunciando la sua decisione mediante un video pubblicato sul suo profilo Facebook ufficiale.
Come ha spiegato egli stesso (e come si evince dalla trascrizione a cura di "Nordic Mag"), il budget per tornare in Norvegia – dove si allenava – era troppo ristretto: "Mi sono presto reso conto di aver sottovalutato il costo della vita nordica, quindi ho deciso di vivere l’avventura al massimo, anche a costo di ridurne la durata. Ho sempre voluto competere a un livello molto alto, ma, a 25 anni, recuperare il ritardo rispetto agli altri richiede più di una o due grandi prestazioni in inverno. Le possibilità realistiche si stanno riducendo troppo di fronte a queste speranze utopiche".
Come ha spiegato egli stesso (e come si evince dalla trascrizione a cura di "Nordic Mag"), il budget per tornare in Norvegia – dove si allenava – era troppo ristretto: "Mi sono presto reso conto di aver sottovalutato il costo della vita nordica, quindi ho deciso di vivere l’avventura al massimo, anche a costo di ridurne la durata. Ho sempre voluto competere a un livello molto alto, ma, a 25 anni, recuperare il ritardo rispetto agli altri richiede più di una o due grandi prestazioni in inverno. Le possibilità realistiche si stanno riducendo troppo di fronte a queste speranze utopiche".
Laude, quindi, si dedicherà a nuovi progetti: "Trascorrere le mie giornate allenandomi, mangiando e dormendo non avrebbe potuto fare al mio caso per sempre. Penso di vedermi bene come fisioterapista. Ciò richiede ancora cinque anni di studio, ma se questo diventerà il mio piano, li affronterò".
Per quanto riguarda, invece, i suoi sogni di sciatore, il transalpino si ritiene soddisfatto del percorso effettuato: "Se rimuovo dalla mia vita tutti gli eventi che hanno seguito i miei primi allenamenti al Méaudrais Friendly Ski, rimane un vuoto infernale. Ci sono alcuni piccoli rimpianti, ma chi non ne ha? Mi sarebbe piaciuto completare questo cammino con una presenza in Coppa del Mondo e nelle maggiori staffette internazionali. […] Alla fine, penso a cosa mi mancherà di più: non sarà lo sci di fondo in sé, ma il contatto quotidiano con questa piccola comunità francese di sci nordico e con tutta la bella gente che vi gravita intorno".