È di Eivind Sporaland il corpo ritrovato la scorsa settimana a Lillehammer, nella zona di Balbergkampen. L’autopsia ha confermato, purtroppo, i sospetti iniziali: il biatleta 22enne è morto probabilmente a seguito di una caduta dall’alto, come si evince dalle fratture rilevate sul cadavere.
Scomparso dal 19 marzo, di Sporaland non si è saputo più nulla per due mesi e mezzo, malgrado l’attività investigativa condotta dalla polizia e, in riferimento alla quale, ha fornito aggiornamenti costanti Ragnhild Ouren, responsabile delle indagini.
Quest’ultima, al quotidiano "GD", ha asserito: "Nelle settimane che hanno preceduto il ritrovamento c’era molta neve in quell’area. Non era possibile camminarvi. Abbiamo avvisato i parenti più prossimi giovedì: è stato un messaggio pesante da consegnare, ma averlo trovato è stato comunque un sollievo per loro e per noi. È il nostro lavoro".
Su Instagram, nel contempo, il fratello di Eivind Sporaland, Erik, ha scritto: "Eivind, mio fratello, è diventato gravemente malato di mente. È stato portato al pronto soccorso, ma è stato mandato a casa con due sonniferi. Il giorno dopo, 19 marzo, ne è stata denunciata la scomparsa. Il primo giugno, una pattuglia di polizia lo ha trovato circa 100 metri sotto il Balbergkampen e dicevano che, dall’espressione, sembrava tranquillo. L’autopsia ha mostrato ferite a un lato della testa e alcune costole rotte".
Erik Sporaland ha aggiunto: "Non sappiamo come sia successo. Lui non era così. Per me era mio fratello. Il fratello che ha permesso al suo fratellino di stare con i suoi amici. In diversi casi sono diventati anche i miei amici. Era il fratello con cui guardavo i programmi televisivi. Era quel fratello che si prendeva cura di me. Era lui a creare l’atmosfera di famiglia nella nostra stanza. Era il fratello a cui ho detto tutto. Era il mio migliore amico. Questo è il fratello che ricordo. Grazie per essere il mio fratello biologico, Eivind".
Scomparso dal 19 marzo, di Sporaland non si è saputo più nulla per due mesi e mezzo, malgrado l’attività investigativa condotta dalla polizia e, in riferimento alla quale, ha fornito aggiornamenti costanti Ragnhild Ouren, responsabile delle indagini.
Quest’ultima, al quotidiano "GD", ha asserito: "Nelle settimane che hanno preceduto il ritrovamento c’era molta neve in quell’area. Non era possibile camminarvi. Abbiamo avvisato i parenti più prossimi giovedì: è stato un messaggio pesante da consegnare, ma averlo trovato è stato comunque un sollievo per loro e per noi. È il nostro lavoro".
Su Instagram, nel contempo, il fratello di Eivind Sporaland, Erik, ha scritto: "Eivind, mio fratello, è diventato gravemente malato di mente. È stato portato al pronto soccorso, ma è stato mandato a casa con due sonniferi. Il giorno dopo, 19 marzo, ne è stata denunciata la scomparsa. Il primo giugno, una pattuglia di polizia lo ha trovato circa 100 metri sotto il Balbergkampen e dicevano che, dall’espressione, sembrava tranquillo. L’autopsia ha mostrato ferite a un lato della testa e alcune costole rotte".
Erik Sporaland ha aggiunto: "Non sappiamo come sia successo. Lui non era così. Per me era mio fratello. Il fratello che ha permesso al suo fratellino di stare con i suoi amici. In diversi casi sono diventati anche i miei amici. Era il fratello con cui guardavo i programmi televisivi. Era quel fratello che si prendeva cura di me. Era lui a creare l’atmosfera di famiglia nella nostra stanza. Era il fratello a cui ho detto tutto. Era il mio migliore amico. Questo è il fratello che ricordo. Grazie per essere il mio fratello biologico, Eivind".