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Sci di fondo

Sci di fondo – Fabrizio Poli, il civile in nazionale: la storia di chi non molla inseguendo il suo sogno

A ventun’anni la sua carriera sembrava finita sul nascere. Era il 2021 e Fabrizio Poli si era ritrovato improvvisamente a piedi nel mese di maggio, quando gli era stato comunicato che non sarebbe stato nuovamente tesserato come aggregato, dal corpo sportivo di cui faceva parte. Difficile trovare una soluzione, d’improvviso il giovane lombardo aveva visto i suoi sogni svanire. Le lacrime che scendevano dal viso, le lunghe chiacchierate con genitori e amici a dargli coraggio, più facile da trovare quando dall’altra parte del telefono c’è anche un atleta più volte medagliato mondiale come Dietmar Nöckler, che si è legato a questo ragazzo vedendone potenziale e soprattutto passione.

Una passione che si è quindi incrociata fortunatamente con quella di Under Up, il sodalizio bergamasco creato da Giuseppe “Manfri” Pellegrinelli e soci proprio per venire incontro a giovani talenti rimasti improvvisamente a piedi. Poli è entrato a far parte di questo gruppo e ha iniziato a battersi, a credere di più in sé stesso vedendo che oltre alla famiglia e agli amici, ai suoi allenatori vecchi e nuovi, allo stesso Nöckler, c’era anche l’appoggio di una squadra. Il giovane lombardo ha così raccolto dei buonissimi risultati, riuscendo a cogliere anche la vittoria della Coppa Italia Under 23 e della classifica riservata ai civili.

Nella passata stagione ha quindi deciso di andare avanti, giocarsi ancora tutte le sue carte, consapevole, però, di avere davvero l’ultima possibilità. Al termine della stagione, infatti, Poli sarebbe uscito dalla categoria Under 23 e a quel punto andare avanti sarebbe stato veramente un sacrificio enorme per sé e per la famiglia.
Il giovane ha presto mostrato di essere al livello degli altri coetanei delle nazionali e dei corpi sportivi, ha proseguito quindi a cogliere risultati in Italia guadagnandosi così anche le convocazioni per le competizioni internazionali. Il podio sfiorato in OPA Cup, poi l’impensabile convocazione per i Mondiali Under 23 dopo aver vinto anche un argento ai Campionati Italiani Under 23. Un traguardo splendido per un giovane fuori dalla nazionale e dai corpi sportivi militari. Anche in Canada, Poli si è ben difeso pur non arrivando al Mondiale nella sua forma migliore e soffrendo al ritorno, come tanti suoi compagni di nazionale nell’avventura canadese.
Nel finale, però, ecco la condizione che è tornata, due podi sfiorati in OPA Cup e le motivazioni sono salite alle stelle in vista dei Campionati Italiani di Dobbiaco, che gli dovevano offrire delle ottime possibilità con ben due titoli juniores da assegnare: sprint a skating e 50 km a skating. Un’occasione da non mancare, settimane di preparazione con il solo obiettivo di conquistare medaglia o ancor meglio titoli nazionali per potersi poi presentare ai concorsi con buone possibilità di entrare in un corpo sportivo. Ma è aprile, Dobbiaco fa mille sforzi ma il caldo anomalo porta gli organizzatori ad una durissima decisione: cambiare i format e cancellare la 50 km. Eccoli i sogni di Fabrizio nuovamente svanire, quelle lacrime scendere nuovamente sul suo volto, la difficile scelta di trovare un piano B e accantonare quel suo sogno proprio dopo la stagione più bella, proprio nel momento in cui era lì con gli altri, che aveva dimostrato di meritare le stesse opportunità.

Proprio nel momento più difficile, quando tutto sembrava perduto, ecco però che per l’ennesima volta nella storia di Poli arriva chi crede in lui, questa volta sono i tecnici della nazionale italiana di sci di fondo. Fabrizio Poli viene infatti inserito nella squadra “Milano-Cortina 2026”, allenata da Fulvio Scola, un gruppo in cui sono presenti, tra gli altri, atleti come Hellweger, Abram, Romano, Chiocchetti, che hanno più volte gareggiato in Coppa del Mondo. Eccola l’occasione che Poli cercava e quella consapevolezza che la sua storia con lo sci di fondo non è finita, ma è ancora tutta da scrivere.

Perché vi abbiamo raccontato la storia di Poli? Perché la vicenda del bergamasco può dare speranza a tanti atleti che credono che la propria carriera sia già finita, che si ritrovano ormai privi di speranza e sentono che non c’è gente che crede in loro. Poli ha dimostrato che con passione e determinazione, quando lungo il proprio sentiero, seppur molto tortuoso e a tratti impraticabile, si incontrano le persone giuste che credono in te, possono arrivare nuove occasioni, le lacrime possono trasformarsi in sorrisi di speranza. Non sappiamo dove porterà il sentiero di Poli, ma sarà bello scoprirlo e vederlo coltivare ancora il proprio sogno, al di là che si realizzi o meno.

In un’estate fin qui brutta, nella quale diversi atleti hanno dovuto smettere e abbandonare l’attività seppur ancora giovani, c’è un anche un messaggio positivo che bisogna cogliere e che deve dare speranza, ma fare anche da monito a chi con troppa facilità pensa di poter rinunciare a degli atleti e far chiudere loro la carriera ancora giovanissimi. Insomma, Poli ci dimostra anche quanto sia difficile per degli appena ventenni preparare ogni gara con la possibilità che sia l’ultima, giocarsi tutto e subito, in un sistema che purtroppo, per il momento, offre poche alternative e a volte dà l’impressione di essere solo alla ricerca del fenomeno da medaglia d’oro, mettendo da parte tutto il resto.

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