È stato spesso un discorso tabù, ma sempre con maggior frequenza si sta parlando del ciclo mestruale e di quanto possa anche influenzare allenamento e prestazioni delle atlete. Soltanto negli ultimi anni si sta iniziando a fare finalmente una ricerca seria sull'argomento e alcune atlete lo stanno prendendo sempre più sul serio, tenendo in considerazione il fatto che ogni corpo è diverso dall'altro.
Già un paio di anni fa, Tiril Eckhoff raccontò di come avesse adattato la sua preparazione al proprio ciclo mestruale. Ora, ad affrontare l'argomento è la saltatrice norvegese Silje Opseth. La ventiquattrenne è stata protagonista di una buona stagione, nella quale è stata però molto discontinua, passando da vittorie o podi a gara in cui invece si è ritrovata addirittura fuori nella prima serie. Particolarmente negativo è stato per lei il Mondiale di Planica, nel corso del quale era anche scoppiata in lacrime quando intervistata dalla tv norvegese nel dopo gara.
In una recente intervista a NRK, la norvegese si è aperta, svelando che da due anni fa parte di un progetto, uno studio sul suo corpo. Opseth ha registrato il proprio ciclo mestruale e ora lo ha anche studiato confrontandolo con i suoi stessi risultati nel salto con gli sci. «È stato interessante, perché c'era una tendenza abbastanza chiara tra le fasi del ciclo in cui mi trovavo quando ho ottenuto risultati peggiori» ha raccontato l'atleta a NRK.
Non a caso, Opseth ha mostrato i dati della ricerca proprio in riferimento al Mondiale di Planica, punto più basso della sua stagione: «Allora ero nella fase peggiore del ciclo. Penso che gli ormoni mi giochino un brutto scherzo in alcune fasi del ciclo. Divento molto autocritica, incapace di pensare in modo molto razionale. È qualcosa che voglio analizzare e utilizzare a mio vantaggio in futuro. Quando sono in un periodo negativo, è molto più facile poter dire a me stessa che è del tutto naturale, perché sono gli ormoni che mi incasinano le cose. Quindi è più facile superarlo. In passato, mi sono fermata a pensare e non ho capito niente. Ero solo frustrata, infastidita e dispiaciuta».
A NRK, Opseth ha incassato i complimenti di Hanne Staff, ex atleta di orienteering, che fa parte del progetto di ricerca FENDORA, per scoprire come gli aspetti ormonali e specifici delle donne influenzino l'allenamento e le prestazioni delle atlete. «Penso che sia molto intelligente da parte di Silje, è in realtà qualcosa che tutte le sportive dovrebbero fare: acquisire una comprensione di come il ciclo mestruale influisce su come ti senti e sull'allenamento».
Secondo Staff, la ricerca sportiva in passato si è concentrata troppo sugli uomini e solo da poco si è concentrata a dovere anche sulle donne. Pertanto, ci sono lacune nella ricerca su come le mestruazioni influenzino le prestazioni sportive. «La ricerca non ha ancora una risposta univoca, ma il consiglio di molti ricercatori è proprio questo: mappare il proprio ciclo e come la sua influenza su di loro».
Opseth ha avuto uno stretto dialogo con i professionisti dell'Olympiatoppen e l'apparato di supporto della squadra nazionale durante tutto il progetto. La saltatrice crede che sia importante che gli allenatori capiscano come vanno le cose, in modo che abbiano una comprensione comune di quando il suo corpo e la sua testa non sono nelle perfette condizioni.
«Noi donne abbiamo il ciclo, ciò significa che in certi periodi dovremmo prendercela un po' più piano, e poi possiamo spingere di più in altri periodi. Penso che sia vantaggioso fermarsi anche un attimo. L'ho notato anch'io, che se premo troppo forte per troppo tempo, mi ammalo. Non è insolito per me essere malata quando sono nella fase peggiore, perché allora il sistema immunitario è indebolito. Posso dare maggiore enfasi alla forza e alla resistenza in certi periodi, e poi ho bisogno di più riposo in altri».
Anche l'allenatore della nazionale norvegese, Christian Meyer, ha applaudito la limpidezza di Opseth su questo argomento: «Penso che ci siano ancora molte persone oggi che non parlano con il proprio allenatore delle mestruazioni e di questi aspetti specifici femminili. È importante invece farlo e che l'allenatore prenda sul serio questo aspetto e sia anche curioso di scoprire come poterle aiutare nell'allenamento».