Fabien Claude ha deciso di non nascondersi più. Il biatleta della Nazionale francese, nel corso di un’intervista rilasciata a "CNews", ha parlato a ruota libera dei suoi obiettivi personali, lasciando intendere come con la testa sia già proiettato all’evento olimpico in programma in Italia fra meno di tre anni.
In prima battuta, però, gli è stato chiesto di autogiudicare la sua passata stagione e il transalpino ha lasciato intendere di vedere il bicchiere mezzo pieno: "Sono davvero contento di ciò che ho fatto, anche se purtroppo spesso ho sbagliato un colpo e non sono salito mai sul podio. Ho chiuso cinque volte tra i primi cinque, ma non sono andato oltre il quarto posto. Peccato, perché ho avuto diverse occasioni, e il mio rimpianto principale è legato a Grand-Bornand, dove sono arrivato quarto due volte davanti al mio pubblico".
In prima battuta, però, gli è stato chiesto di autogiudicare la sua passata stagione e il transalpino ha lasciato intendere di vedere il bicchiere mezzo pieno: "Sono davvero contento di ciò che ho fatto, anche se purtroppo spesso ho sbagliato un colpo e non sono salito mai sul podio. Ho chiuso cinque volte tra i primi cinque, ma non sono andato oltre il quarto posto. Peccato, perché ho avuto diverse occasioni, e il mio rimpianto principale è legato a Grand-Bornand, dove sono arrivato quarto due volte davanti al mio pubblico".
In classifica generale di Coppa del Mondo ha conquistato la decima posizione, step che rappresenta una svolta nella sua carriera: "Ora faccio parte del novero dei 10 biatleti più forti del pianeta, non è un dettaglio irrilevante – ha commentato –. Adesso voglio conquistare la top 5, se possibile anche di più. Ho ancora ampi margini di miglioramento, mi manca solo la costanza al poligono di tiro. Sto crescendo gradualmente, ma non mi fermo mai e spero di raggiungere i miei obiettivi".
La prima vittoria individuale non è ancora arrivata, anche se due anni fa Fabien Claude l’ha sfiorata, centrando due podi consecutivi: "Non sono riuscito ad arrivare primo perché c’erano troppe aspettative su di me e non riuscivo a gestirle. Adesso, però, è diverso".
Talmente diverso che non è affatto vietato sognare in grande: "Non mi pongo obiettivi nell’arco di un anno, mi proietto in un progetto globale – ha sottolineato lo sportivo –. Il mio obiettivo è essere campione olimpico ai Giochi di Milano Cortina 2026. Farò di tutto per riuscirci. Questo ovviamente passa attraverso i risultati e le vittorie dei Mondiali, perché è un po’ complicato dire che il mio obiettivo è l’oro a cinque cerchi senza avere mai vinto una gara prima… Sarebbe come se mentissi a me stesso".
Certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo… Johannes Thingnes Bø: "Batterlo non è la cosa più semplice. Ci ha davvero distrutto quest’inverno. È complicato iniziare una gara quando c’è anche lui alla partenza e sai già che sarà difficile avere la meglio. L’unica è rimanere concentrati su se stessi per tentare di ottenere il miglior risultato e approfittare di eventuali suoi errori. Non parto battuto: ho già battuto Johannes quando ero più giovane. È da quando avevo 16 anni che scendo in pista contro di lui".
Certo, tra il dire e il fare c’è di mezzo… Johannes Thingnes Bø: "Batterlo non è la cosa più semplice. Ci ha davvero distrutto quest’inverno. È complicato iniziare una gara quando c’è anche lui alla partenza e sai già che sarà difficile avere la meglio. L’unica è rimanere concentrati su se stessi per tentare di ottenere il miglior risultato e approfittare di eventuali suoi errori. Non parto battuto: ho già battuto Johannes quando ero più giovane. È da quando avevo 16 anni che scendo in pista contro di lui".
Nel mentre, la preparazione per la prossima stagione ha già preso il via e Fabien Claude è felice di avere avuto modo di incontrare i nuovi allenatori, definire il programma estivo insieme a loro e pianificare la strategia per i prossimi tre anni, Olimpiadi 2026 comprese. "È un nuovo inizio, nella continuità di quanto fatto fino ad oggi – ha asserito il biatleta –. Penso che tutti noi volessimo qualcosa di nuovo in termini di allenatori: ne avevamo tutti bisogno".