Con l’imminente arrivo della stagione estiva, la pista ciclabile val Venosta, che da Passo Resia conduce fino a Merano, rappresenta indubbiamente una delle "destinazioni" più gettonate per gli appassionati non soltanto della montagna e della natura, ma anche e soprattutto delle escursioni a due ruote.
L’itinerario della ciclabile val Venosta prende il via da quota 1.500 metri a Passo Resia, al confine con l’Austria, per poi incontrare il Lago di Resia, San Valentino alla Muta, Burgusio, Clusio e Glorenza. Quest’ultimo è un borgo medievale suggestivo, presso cui sono ancora ben visibili le fortificazioni del passato: mura di cinta alte all’incirca dieci metri, torri di guardia, tre porte di accesso e 350 feritoie difensive.
Da qui, la ciclabile val Venosta raggiunge l’Ischia di Prato allo Stelvio, segmento non asfaltato lungo cui sorge un’area naturale protetta, proseguendo verso Cengles, Oris e Lasa, attraversando i frutteti. Proprio a Lasa si può osservare da vicino la cava di marmo più alta del Belpaese, da cui si estrae un materiale pregiato che rende florido il settore dell’artigianato locale e utilizzato addirittura per il rivestimento della stazione della metropolitana di Ground Zero a New York.
Costeggiando il fiume Adige si arriva a Covelano e poi a Silandro, prima di incrociare i meleti e l’abitato di Morter all’imbocco per la val Martello. Ci sono poi Laces, Castelbello, Stava, Naturno, Plaus, Rablà, Plars e Merano.
Va detto che in alcuni tratti la pista ciclabile val Venosta segue strade laterali o secondarie, con traffico automobilistico e di mezzi agricoli, dunque prudenza!
L’itinerario della ciclabile val Venosta prende il via da quota 1.500 metri a Passo Resia, al confine con l’Austria, per poi incontrare il Lago di Resia, San Valentino alla Muta, Burgusio, Clusio e Glorenza. Quest’ultimo è un borgo medievale suggestivo, presso cui sono ancora ben visibili le fortificazioni del passato: mura di cinta alte all’incirca dieci metri, torri di guardia, tre porte di accesso e 350 feritoie difensive.
Da qui, la ciclabile val Venosta raggiunge l’Ischia di Prato allo Stelvio, segmento non asfaltato lungo cui sorge un’area naturale protetta, proseguendo verso Cengles, Oris e Lasa, attraversando i frutteti. Proprio a Lasa si può osservare da vicino la cava di marmo più alta del Belpaese, da cui si estrae un materiale pregiato che rende florido il settore dell’artigianato locale e utilizzato addirittura per il rivestimento della stazione della metropolitana di Ground Zero a New York.
Costeggiando il fiume Adige si arriva a Covelano e poi a Silandro, prima di incrociare i meleti e l’abitato di Morter all’imbocco per la val Martello. Ci sono poi Laces, Castelbello, Stava, Naturno, Plaus, Rablà, Plars e Merano.
Va detto che in alcuni tratti la pista ciclabile val Venosta segue strade laterali o secondarie, con traffico automobilistico e di mezzi agricoli, dunque prudenza!
Pedalando, pedalando, si sa, la fame e la sete si fanno sentire, ma niente paura: lungo l’intero tragitto sono presenti ristoranti e bar che offrono specialità tipiche da gustare di fronte a paesaggi mozzafiato, dove sentirsi veramente a un passo dal cielo.
Importante risorsa, inoltre, i treni della ferrovia val Venosta con trasporto bici a seguito, che fermano a Malles, Oris, Lasa, Silandro, Laces, Castelbello, Naturno, Merano.
Importante risorsa, inoltre, i treni della ferrovia val Venosta con trasporto bici a seguito, che fermano a Malles, Oris, Lasa, Silandro, Laces, Castelbello, Naturno, Merano.