Quella passata è stata senza dubbio la miglior stagione nella carriera di Ebba Andersson, che ha conquistato due ori mondiali individuali, dimostrando di aver fatto il tanto atteso salto di qualità. La fondista svedese è consapevole che per migliorare ancora ha bisogno anche di una squadra di alto livello, con delle compagne con le quali si possa tirare il collo in ogni allenamento.
Per questo motivo Ebba Andersson ha accolto con gioia il ritorno in squadra di Frida Karlsson, Maja Dahlqvist e Linn Svahn, che nella passata stagione avevano svolto l’intera preparazione autonomamente. «Penso che ci siano mancate molto l’anno scorso – ha affermato la classe 1997 all’agenzia TT – il solo fatto di averle nelle sessioni di allenamento significa che la qualità è ulteriormente migliorata. Hanno molto da dare al gruppo. Penso che l’obiettivo dovrebbe essere che tutti i migliori sciatori svedesi vogliano far parte della squadra nazionale. Quest’anno sembra di essere arrivati a una situazione un po’ più adatta a tutti, dove noi atleti siamo stati un po’ più coinvolti rispetto agli anni precedenti».
Andersson ha quindi spiegato quanto sia importante che gli atleti vengano in qualche modo coinvolti anche nel processo di preparazione del programma, almeno ascoltando la loro opinione. «Alla fine, sono sempre gli allenatori della nazionale che stabiliscono un programma finale per i raduno, ma proprio il sentirsi coinvolti e poter esprimere la propria opinione un po’ prima durante l’organizzazione, rende la partecipazione (degli atleti) maggiore. Potrebbe accadere che non vengano accontentate al cento per cento le volontà di tutti gli atleti presenti, ma se riesci ancora a trovare un punto di incontro che sia per lo più adatto a tutti, allora è molto importante poter stare insieme. Se stiamo insieme, abbiamo l’opportunità di usufruire l’una dell’altra e, si spera, raggiungere un miglioramento ancora maggiore. In alcuni casi possono essere accontentate le opinioni degli atleti e in alcuni casi bisogna cercare di trovare soluzioni o compromessi».
