La gioia per una vita che nasce e allo stesso tempo le paure per la propria carriera professionale. È quanto provano molte donne che sognano di poter diventare allenatrici d’élite, guidare una squadra come fanno gli uomini, ma consapevoli allo stesso tempo che la società attuale non sempre permette di conciliare questo lavoro con l’essere una mamma.
È ciò che sta provando Monika Kørra, allenatrice trentatreenne della squadra "sviluppo" della nazionale norvegese, che a breve, a trentatre anni, diventerà mamma. In un’interessante intervista rilasciata a VG, la futura mamma ha raccontato la sua esperienza. Dopo aver affermato di essere stata molto felice nel momento in cui lo ha detto alla direzione della nazionale norvegese di sci di fondo e di aver ricevuto tutti feedback positivi, ha espresso anche quelli che sono i suoi timori: «Non potrei tornare esattamente a ricoprire la stessa posizione che ho adesso, con questo numero di giorni di viaggio e il carico di lavoro. Non lo vedo molto realizzabile. Se questo è ciò che serve, lascerò questo lavoro a qualcun altro».
Kørra si riferisce ai raduni che sono programmati ogni mese e durano una o due settimane. Inoltre, nel corso della stagione, ci sono le gare più o meno ogni fine settimana, con viaggi a partire già dal mercoledì o giovedì fino alla domenica. «La direzione ha espresso l’intenzione di lavorare con me, ma dobbiamo vedere se può essere possibile con un bambino. Penso che sarebbe un peccato se non fosse possibile. Se l’associazione di sci perdesse delle donne, che potrebbero essere brave, allora sarebbe un segnale che non è possibile coniugare l’essere allenatrice e mamma di bambini piccoli. Quale donna avrà il coraggio di intraprendere la strada per diventare allenatore allora? Ho lavorato molto duramente per arrivare dove sono oggi».
Ovviamente l’allenatrice norvegese sta pensando a cosa farà una volta diventata mamma e alla possibilità di dover trovare un’alternativa: «Ci penso molto. Voglio ulteriore sicurezza. Se mi rendo conto che il peso sarà troppo grande, allora devo pensare a quali alternative ho. Non farò passare troppo tempo dal ritorno al lavorodal congedo maternità prima di cercare qualcos’altro, se mi rendo conto che non funziona».
Kørra pensa alla possibilità in cui il padre del bambino, la nonna o qualcun altro possano partecipare a parte dei viaggi, in modo che il bambino sia presente con la mamma, oppure che lei stessa possa viaggiare meno.
Lo scorso anno, l’allenatrice norvegese aveva fatto domanda per la posizione di allenatore della nazionale femminile, ma i posti vacanti andarono a Sjur Ole Svarstad e Stig Rune Kveen, che comunque, secondo Kørra hanno svolto un lavoro formidabile. Lei stessa, però, è tornata a casa dal Mondiale U23 con quattro ori, tre argenti e quattro bronzi. «È giunto il momento che ci sia un’allenatore d’élite donna. Dobbiamo avere qualcuna che sia motivata e in grado di assumere l’incarico. Spero che accada entro un paio d’anni, ma non so se posso dire di crederci. Quando coloro che sono allenatori d’élite oggi lasceranno, spero arrivi una donna».
Il manager della nazionale norvegese di sci di fondo, Espen Bjervig, ha grande stima di Kørra: «Faremo una chiacchierata con Monika quando sarà diventata madre».
Sci di fondo – Monika Kørra: “Aiutate noi mamme, non toglieteci l’opportunità di allenare una squadra èlite”
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