In Norvegia continuano a tenere banco le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa da Ragnhild Haga. Appena ritiratasi, la vincitrice della 50 km di Holmenkollen aveva dichiarato di non essere d’accordo con la decisione della direzione agonistica dello sci di fondo norvegese di portare in nazionale un numero pari di uomini e donne. Secondo Haga, ciò non ha quindi premiato la meritocrazia, in quanto a suo parere vi sono degli uomini che meriterebbero la nazionale più di alcune donne presenti. A dar ragione a Haga il fatto che tre donne inserite nella squadra nazionale non sono mai salite sul podio nell’ultima stagione, mentre il giovane Andersen è rimasto fuori dalla squadra pur avendo vinto una gara in stagione, quella di Lillehammer.
A TV2 Krüger è apparso abbastanza dalla parte di Haga: «Allora diciamo che secondo me il numero di atleti in nazionale dovrebbe essere più o meno lo stesso tra uomini e donne, visto che poi abbiamo gli stessi posti in Coppa del Mondo. Però non credo che dovrebbe essere scolpito nella pietra che dovrebbe esserci esattamente lo stesso numero di atleti per genere. Può essere naturale che ci siano alcune differenze se guardi quali atleti sono nell’orbita della squadra nazionale. Siamo un gruppo più vulnerabile quando siamo così pochi. Credo che già sei atleti fosse il minimo, ora siamo in cinque (la squadra maschile è anche divisa in due gruppi, ndr)».
A proposito delle parole di Haga, Krüger ha aggiunto: «Nella situazione attuale, non c’è dubbio che la prima riserva della squadra nazionale maschile abbia risultati migliori rispetto all’undicesima donna, e in questo senso si può sostenere che avrebbe dovuto esserci spazio per un’altra persona. Le convocazioni in nazionale non hanno niente a che fare con l’uguaglianza. Anche perché le cose vanno un po’ a ondate e in questo momento la squadra maschile è la migliore di tutti i tempi se guardiamo al numero di atleti di alto livello presenti. Allo stesso tempo, penso che devi guardare avanti nel tempo, chi può essere la più grande star tra cinque anni. Sia le squadre femminili che quelle maschili devono essere costruite per il futuro».
La vincitrice dell’ultima Coppa del Mondo, Tiril Udnes Weng, è felice che in nazionale vi sia equità di posti tra uomini e donne, anche se non se la sente di criticare le parole di Haga, ammettendo che sono comprensibili: «Penso che sia positivo che ci sia un numero identico di donne e uomini. È importante investire nelle ragazze che vogliono competere. Capisco che è difficile visto il numero di uomini competitivi che abbiamo oggi, ma allo stesso tempo penso che sia importante concentrarsi sullo sci di fondo femminile. Capisco però le sue argomentazioni (di Haga, ndr). Penso che sia difficile capire qual è la cosa migliore da fare. Probabilmente sono un po’ incompetente (nel poter fare queste scelte, ndr) e non voglio perdere altre compagne di squadra, quindi sono un po’ egoista nel mio modo di pensare. Capisco che sembri sbagliato che, ad esempio, Tildheim Andersen non sia nella squadra, e poi ci sono molte di noi ragazze che non hanno gli stessi risultati».
Insomma nella sua maniera di argomentare la stessa Tiril Udnes Weng sembra dare ragione a Haga.
Sci di fondo – Krüger e Tiril Udnes Weng commentano le frasi di Haga: “Forse sono egoista, ma non voglio perdere altre compagne”
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