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Sci di fondo

Sci di Fondo – Bråten: “La Federazione norvegese non può nulla contro chi rifiuta la nazionale”

Quando Johannes Klæbo ha rifiutato la nazionale per la prossima stagione, ci si poteva chiedere come lui e il team norvegese si sarebbero organizzati nelle competizioni agonistiche. La risposta, però, era già a portata di mano. In effetti, la decisione poco sposta per il fuoriclasse e per la squadra, già abituati ad allenarsi con tempi e modi diversi. Klæbo lo scorso autunno ha preferito stare da solo a Livigno invece di aggregarsi al resto della squadra, che a differenza degli altri anni non si è allenata ad alta quota. In più, la Federazione norvegese ha confermato che Klæbo potrà comunque correre in Coppa del Mondo malgrado una regola che proibisce questa opportunità a chi non si unisce in squadra (salvo circostanze speciali).
Klæbo non è stato l’unico a rifiutare il team norvegese per il prossimo anno: hanno detto no anche Kristine Stavås Skistad e Astrid Øyre Slind, che eppure non hanno lo staff e le possibilità economiche di cui può godere il vincitore dell’ultima Coppa del Mondo. Questo la dice lunga sulle risicate capacità della Federazione norvegese di tenersi stretti gli atleti. E, secondo l’allenatore dello sci di fondo svizzero Erik Bråten, a Oslo hanno le mani legate: «La Norges Skiforbund non ha davvero nulla in mano per negoziare con questi atleti. Se non consentono loro di andare in Coppa del Mondo o ai Mondiali perché non si allenano in squadra, penalizzano la Norvegia come nazione di sci di fondo», queste le sue parole a Langrenn.
«Klæbo ha le sue persone intorno a sé e guadagna più che abbastanza per poter acquisire le competenze di cui ha bisogno sia in campo medico che per gestire il suo percorso sciistico: paga anche un fisioterapista statunitense a sue spese. Essere in una squadra nazionale d’élite fornisce una rete di sicurezza finanziaria, hai un team tecnico e un supporto medico, ma puoi accedere a gran parte di queste risorse anche se sei fuori dalla nazionale. Non è solo nella squadra élite che sanno qualcosa sullo sci di fondo», ha proseguito Bråten. «Il fatto che ben tre atleti abbiano rifiutato la nazionale è una situazione totalmente nuova e dovrebbe far riflettere la Federazione».
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