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Sci di fondo

Sci di fondo – Tønseth e Skar ripescati in nazionale ma delusi per il trattamento ricevuto: “È come andare a una festa a cui non sei invitato”

Didrik Tønseth e Sindre Bjørnestad Skar erano stati esclusi dalla nazionale norvegese di sci di fondo per la stagione 2023/24, a causa di quei tagli dovuti alle difficoltà finanziarie della federazione norvegese. Domenica, però, dopo il ritiro di Holund e il rifiuto di Klæbo, due eventi che hanno sorprendentemente colto di sorpresa il massimo dirigente dello sci di fondo norvegese, Espen Bjervig, il dietrofront: Tønseth e Skar sono stati nuovamente i benvenuti in squadra.
Entrambi però non erano molto allegri in occasione della presentazione delle squadre che si è svolta a Holmenkollen e non hanno nascosto un po’ di delusione nei confronti della dirigenza della nazionale norvegese di sci di fondo per il modo in cui è stato condotto tutto il processo di creazione delle squadre. 
«Solo giovedì scorso mi è stato detto che non c’era posto per me in squadra – ha raccontato Didrik Tønseth a NRKche ero fuori. È successo all’improvviso, perché era passato molto tempo dall’ultima volta che eravamo andati all’ultima competizione di sci. Allora mi sono arrabbiato, non tanto per l’esclusione, ma per aver ricevuto la comunicazione così tardi. Ho sentito che non mi era stata lasciata alcuna possibilità di creare un programma adeguato per l’anno prossimo. Se avessi ricevuto il messaggio subito dopo Lahti, sarebbe stato difficile da accettare, ma "giusto", in questa maniera invece mi sembrava tutto sempre difficile ma ingiusto».  
Poi, d’improvviso, il dietrofront, quando la Federazione Norvegese ha ricevuto la notizia del ritiro di Holund: «Domenica mattina mi sono svegliato all’improvviso con una chiamata persa sul telefono – ha raccontato l’atleta – così mi è stato comunciato che Holund si era ritirato e che c’era un posto vacante che sarebbe andato a me. Ed eccomi qui oggi». 
Allo stesso modo è andato anche per Skar, rientrato grazie al rifiuto di Klæbo: «Sono stati giorni strani. Non è andata esattamente come pensavo. Oggi mi sembra un po’ come andare a una festa a cui non sei invitato. È una sensazione un po’ imbarazzante, "imbucarsi" in una festa a cui non sei invitato». 
Insomma anche in Norvegia non è tutto perfetto.

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