Tra Johannes Klæbo e la Federazione norvegese i rapporti sono ai minimi storici. Ai già noti screzi tra le due parti se n’è aggiunto un altro che peggiorerebbe ulteriormente la situazione: il fuoriclasse del fondo mondiale ha minacciato la Federazione di non partecipare alla conferenza stampa di Holmenkollen di lunedì 24 aprile, con la quale saranno annunciate le squadre élite degli scandinavi per la stagione 2023-24.
«Per come stanno le cose adesso, probabilmente non ci sarò», ha confessato il dominatore della stagione appena conclusa ad Adresseavisen. Tornato ieri all’aeroporto di Trondheim-Værnes dopo quasi due settimane di riposo negli Stati Uniti, il classe 1996 non ha certo nascosto i problemi con i vertici federali. E, anzi, ha rincarato la dose: «È noioso e imbarazzante finire sempre in queste discussioni. Mancano pochi giorni, poi vedremo dove andremo a finire. Non è necessario che finiamo ogni volta in questa situazione. Preferirei evitare di dedicarci tempo e risorse. Purtroppo non è la prima volta, spesso siamo finiti in queste chiacchiere».
«Per come stanno le cose adesso, probabilmente non ci sarò», ha confessato il dominatore della stagione appena conclusa ad Adresseavisen. Tornato ieri all’aeroporto di Trondheim-Værnes dopo quasi due settimane di riposo negli Stati Uniti, il classe 1996 non ha certo nascosto i problemi con i vertici federali. E, anzi, ha rincarato la dose: «È noioso e imbarazzante finire sempre in queste discussioni. Mancano pochi giorni, poi vedremo dove andremo a finire. Non è necessario che finiamo ogni volta in questa situazione. Preferirei evitare di dedicarci tempo e risorse. Purtroppo non è la prima volta, spesso siamo finiti in queste chiacchiere».
La federazione e il manager della nazionale Espen Bjervig hanno ammesso le difficoltà economiche, le quali potrebbero portare a un taglio della truppa degli élite norvegesi da 24 a 20, senza contare diverse rinunce a dottori, fisioterapisti, attività di marketing, supporto logistico e giorni di raduno fuori. Inoltre, a Klæbo piace seguire una programmazione tutta personale (ed è impossibile dargli torto, considerando che è quasi sempre al 100% della condizione atletica) e richiede grande libertà di azione in estate e autunno. Vediamo se la Federazione cederà alle richieste del suo atleta più rappresentativo.