Manca meno di una settimana alla comunicazione delle squadre élite norvegesi per la stagione di Coppa del Mondo 2023-24. La grande novità dovrebbe essere Iver Tildheim Andersen, che potrebbe prendere il posto di Emil Iversen nella squadra allround (anzi, in Norvegia ne sono sicuri).
Il vincitore della 10 km a libero di Lillehammer – successo ottenuto alla sua seconda presenza nel massimo circuito – è definito in patria il nuovo Northug ed è sempre arrivato in top-10 in Coppa del Mondo quest’anno. Basta poco per montarsi la testa se si ha 22 anni, ma Andersen sembra voler rimanere con i piedi ben piantati per terra: «Non penso molto a un posto in nazionale. Molte persone ne parlano, ma non mi aspetto nulla, così forse evito di rimanere deluso!», queste le sue parole a VG.
Classe 2000, il norvegese ha già chiaro il percorso di crescita che deve intraprendere lui, a prescindere dalla chiamata in nazionale, e quello che invece deve seguire lo sci di fondo. A suo dire, ci sarebbero troppe gare di contorno, che rischiano solamente di affaticare gli atleti: «La gente vuole vedere il meglio. È abbastanza chiaro che i migliori rinunciano alle staffette della Coppa del Mondo (come è successo con gli stessi norvegesi a Falun e a Livigno, nda), preferendo puntare ai propri punti. Senza i migliori all’inizio, le staffette non sono più così attraenti, dunque penso che non ne abbiamo bisogno in Coppa del Mondo. Per quanto riguarda la strumentazione, invece, io renderei questo sport più equo possibile, dunque sono d’accordo con il divieto di utilizzo dei prodotti fluorurati (già sperimentato a Falun e a Tallinn, nda). Vorrei che tutti avessero il più possibile gli stessi sci: non saranno mai identici, perché gli atleti hanno attrezzature diverse e i migliori ottengono gli sci migliori dai produttori, ma per tutto il resto sarei per uniformare».
Il vincitore della 10 km a libero di Lillehammer – successo ottenuto alla sua seconda presenza nel massimo circuito – è definito in patria il nuovo Northug ed è sempre arrivato in top-10 in Coppa del Mondo quest’anno. Basta poco per montarsi la testa se si ha 22 anni, ma Andersen sembra voler rimanere con i piedi ben piantati per terra: «Non penso molto a un posto in nazionale. Molte persone ne parlano, ma non mi aspetto nulla, così forse evito di rimanere deluso!», queste le sue parole a VG.
Classe 2000, il norvegese ha già chiaro il percorso di crescita che deve intraprendere lui, a prescindere dalla chiamata in nazionale, e quello che invece deve seguire lo sci di fondo. A suo dire, ci sarebbero troppe gare di contorno, che rischiano solamente di affaticare gli atleti: «La gente vuole vedere il meglio. È abbastanza chiaro che i migliori rinunciano alle staffette della Coppa del Mondo (come è successo con gli stessi norvegesi a Falun e a Livigno, nda), preferendo puntare ai propri punti. Senza i migliori all’inizio, le staffette non sono più così attraenti, dunque penso che non ne abbiamo bisogno in Coppa del Mondo. Per quanto riguarda la strumentazione, invece, io renderei questo sport più equo possibile, dunque sono d’accordo con il divieto di utilizzo dei prodotti fluorurati (già sperimentato a Falun e a Tallinn, nda). Vorrei che tutti avessero il più possibile gli stessi sci: non saranno mai identici, perché gli atleti hanno attrezzature diverse e i migliori ottengono gli sci migliori dai produttori, ma per tutto il resto sarei per uniformare».