Soltanto un anno fa, alla festa degli atleti ad Anterselva, Rebecca Passler veniva celebrata per i suoi successi nella categoria juniores ai Mondiali di Soldier Hollow. L’atleta del CS Carabinieri aveva però fatto fatica nel suo impatto iniziale con la categoria d’élite, non riuscendo a tenersi il pettorale di Coppa del Mondo, dopo un esordio davvero complicato a Östersund. Anche in IBU Cup, Passler aveva fatto tanta fatica, scatenando anche qualche critica ingenerosa e maleducata da parte di qualche commentatore, che forse si era dimenticato l’età della protagonista.
Un anno dopo, quella che si è presentata ad Anterselva, è stata una Passler diversa, molto più consapevole dei suoi mezzi e reduce da una stagione molto positiva, nella quale è andata ripetutamente a punti in Coppa del Mondo ed è anche salita due volte sul podio con la staffetta.
«È bello fare un confronto tra le ultime due stagioni – ha ammesso l’altoatesina a Fondo Italia – anche perché già in estate avevo notato dei progressi, avevamo lavorato in maniera diversa. Sono partita bene già a dicembre, poi con i podi sono arrivate soddisfazioni e motivazioni. A livello individuale il weekend di Kontiolahti me ne ha date tante, perché un’atleta sa che se mostra un bel livello nelle prime gare, può tenerlo e fare sempre bene».
Alle sue spalle nel corso della serata sono passate le immagini di quando da bambina era in pista ad Anterselva. Oggi, invece, vi gareggia in Coppa del Mondo: «Non avrei mai immaginato un giorno di salire sul podio con Dorothea Wierer. In occasione della tappa di Anterselva, io e Hannah pensavamo a quando, soltanto in occasione del Mondiale del 2020, eravamo in tribuna a fare il tifo».
Nell’intervista che potete vedere integrale a fondo pagina, Passler ha spiegato anche cosa secondo lei l’ha aiutata a fare questo salto di qualità. «Credo mi abbia aiutato lavorare con le altre ragazze. Un anno fa ero sola, la più giovane del gruppo e mi trovavo sempre indietro. Era stato difficile – ha affermato ricordando di quando si allenava solo con Vittozzi, Carrara e gli uomini – mentre quest’anno trovarmi con le altri mi ha aiutato».
Guarda l’intervista.