Con i campionati nazionali di Kalix la Svezia femminile ha fatto il punto della situazione non solo all’interno della nazionale, dove si era venuta a creare qualche frizione la scorsa estate, ma anche su larga scala. I vertici scandinavi hanno infatti accolto con grande preoccupazione il dato della 30 km femminile, dove la start list diceva 37 atlete, mentre al traguardo ne sono arrivate 34. Nello stesso fine settimana, a parità di distanza e di contesto, a Tolga le norvegesi erano quasi il doppio (70 in start list, 59 hanno concluso la prova), mentre per la 5 km se ne contavano quasi 300, comprendendo anche le giovani. Numeri che stanno facendo riflettere lo staff svedese.
«C’è da parlare di diverse cose», questo il commento del manager della squadra nazionale Anders Byström ai connazionali di Expressen. «Dobbiamo essere onesti: non abbiamo il serbatoio che vogliamo, abbiamo bisogno di più persone e che queste si fermino più a lungo. Dobbiamo migliorare questo aspetto: è una questione molto importante e non dobbiamo chiudere gli occhi su questo problema. Dobbiamo parlare con le ragazze di tutto il paese e sapere perché siano così poche quelle che gareggiano ai campionati svedesi. Il rischio è che tra qualche anno ci ritroviamo con tre o quattro atleti di livello mondiale ma senza giovani alle spalle. Nel giro di dieci anni potremmo non avere più nessuno tra le migliori al mondo, e questo non deve assolutamente accadere».
Solo nelle ultime settimane la Svezia femminile ha perso l’apporto di Anna Dyvik e Lovisa Modig, che addirittura ha scelto di praticare l’atletica leggera. Segno che la condizione fisica c’è ancora, ma evidentemente mancavano gli stimoli per continuare a sciare. La classe 1993 ha individuato però un altro problema: «Non si riesce a sbarcare il lunario come sciatrice. Non si può competere alle stesse condizioni dei migliori del mondo. Le norvegesi possono concentrarsi interamente sulle gare e sull’allenamento, ma per noi è una gran fatica arrivare a fine mese: in alcuni anni ho sentito decisamente lo stress per i soldi. Non voglio essere in debito con nessuno». Il problema economico è stato evidenziato nei giorni scorsi anche da Maja Dahlqvist, la quale dopo il terzo posto in staffetta sprint ha vinto la "bellezza" di un voucher da 22 euro, da spendere tra l’altro in un negozio di ferramenta.
«C’è da parlare di diverse cose», questo il commento del manager della squadra nazionale Anders Byström ai connazionali di Expressen. «Dobbiamo essere onesti: non abbiamo il serbatoio che vogliamo, abbiamo bisogno di più persone e che queste si fermino più a lungo. Dobbiamo migliorare questo aspetto: è una questione molto importante e non dobbiamo chiudere gli occhi su questo problema. Dobbiamo parlare con le ragazze di tutto il paese e sapere perché siano così poche quelle che gareggiano ai campionati svedesi. Il rischio è che tra qualche anno ci ritroviamo con tre o quattro atleti di livello mondiale ma senza giovani alle spalle. Nel giro di dieci anni potremmo non avere più nessuno tra le migliori al mondo, e questo non deve assolutamente accadere».
Solo nelle ultime settimane la Svezia femminile ha perso l’apporto di Anna Dyvik e Lovisa Modig, che addirittura ha scelto di praticare l’atletica leggera. Segno che la condizione fisica c’è ancora, ma evidentemente mancavano gli stimoli per continuare a sciare. La classe 1993 ha individuato però un altro problema: «Non si riesce a sbarcare il lunario come sciatrice. Non si può competere alle stesse condizioni dei migliori del mondo. Le norvegesi possono concentrarsi interamente sulle gare e sull’allenamento, ma per noi è una gran fatica arrivare a fine mese: in alcuni anni ho sentito decisamente lo stress per i soldi. Non voglio essere in debito con nessuno». Il problema economico è stato evidenziato nei giorni scorsi anche da Maja Dahlqvist, la quale dopo il terzo posto in staffetta sprint ha vinto la "bellezza" di un voucher da 22 euro, da spendere tra l’altro in un negozio di ferramenta.