Un anno fa veniva celebrata ad Anterselva per i risultati ottenuti a livello giovanile. Allora Hannah Auchentaller aveva solo avuto un assaggio della Coppa del Mondo, chiudendo 81ª a Östersund.
L’altoatesina del CS Carabinieri, classe 2001, ha fatto però un grandissimo salto di qualità in questa stagione, andando ben oltre le sue aspettative, facendosi trovare nella condizione migliore al momento giusto.
I primi punti in Coppa del Mondo proprio ad Anterselva, le difficoltà in staffetta con un giro di penalità rimediato, ma proprio da lì l’insegnamento in vista della staffetta mondiale nella quale verrà incoronata campionessa del mondo insieme a Dorothea Wierer, Samuela Comola e Lisa Vittozzi.
In occasione della festa ad Anterselva, Auchentaller ne ha parlato a Fondo Italia: «È bello riguardare un momento emotivamente così speciale – racconta l’azzurra – ma è una delle prime volte che lo faccio perché mi emoziono troppo». La giovane del CS Carabinieri ha quindi ricordato quanto sia stata fondamentale per lei la staffetta di Anterselva e quel giro di penalità: «La mia prova a Oberhof è partita da Anterselva, perché quella staffetta andata male mi è servita tanto, in quanto ho imparato dai miei errori. Nelle gare successive mi sono decisa a concentrarmi solo sul lavoro senza farmi condizionare da ciò che mi circonda».
Ad Anterselva per celebrare anche lei vi erano tante bambine, che magari oggi la guardano con gli occhi con cui lei un tempo vedeva Dorothea Wierer, con la quale è oggi salita sul primo gradino del podio mondiale: «Quando eravamo bambine guardavamo Doro perché era già un idolo, mentre ora possiamo salire sul podio con lei, essere in squadra assieme per noi significa tanto. Possiamo imparare tanto da lei ed è una persona bellissima. È bello essere passate da vederla come un idolo a compagna di squadra o amica».
Auchentaller ha quindi parlato dell’emozione di aver potuto condividere quel momento con suo papà Armin, allenatore degli Stati Uniti, quel giorno presente al poligono: «Non tutti hanno questa fortuna. Penso di parlare per entrambi se dico che è stata un’emozione troppo grande da descrivere».
GUARDA L’INTERVISTA INTERA