Ha fatto rumore – e non poteva essere altrimenti, dopo oltre un anno di accesa dialettica – la raccomandazione rivolta dal CIO alle federazioni delle diverse discipline sportive di consentire agli atleti di Russia e Bielorussia di prendere parte alle gare internazionali (ma senza bandiera e solo a titolo individuale).
Fra le altre "clausole", com’è noto, figurano due punti fondamentali: questi campioni non devono "sostenere attivamente la guerra in Ucraina" e non devono essere "sotto contratto" con l’esercito o le agenzie di sicurezza dei due Paesi. Proprio su quest’ultimo aspetto si dibatte, poiché tanto il fondista russo Alexander Bolshunov quanto altri suoi colleghi (anche di altri sport) sono ufficiali delle forze armate russe: il veto nei loro confronti è dunque destinato a proseguire?
La testata giornalistica "NRK" ha interpellato a tal proposito il professor Sven G. Holtsmark, docente presso il Dipartimento di studi sulla difesa. Egli ha dichiarato: "La mia previsione è che un’interpretazione di questa norma sarà centrale per la discussione in corso. La parola ‘kontraktnik’ in Russia è usata per i soldati in servizio. Non è quindi sicuro che l’intenzione del CIO sia quella di bandire chiunque abbia un legame militare".
C’è ancora speranza, dunque, per Alexander Bolshunov e soci? La risposta parrebbe affermativa, anche stando a sentire il parere di un altro esperto, Trond Solvang, professore di Diritto: "Mi piacerebbe credere che lo scopo delle regole imponga che tutti coloro che sono in servizio militare saranno interessati dalla restrizione, ma il modo in cui il CIO l’ha formulata è criptico per me – ha commentato –. Il CIO ha anche bandito gli atleti russi che sostengono attivamente la guerra: il sostegno generale alla politica del regime russo è sufficiente per essere esclusi? E come devono essere svolte le indagini nei loro confronti?".
È stato quindi raccomandato alle confederazioni internazionali di formare un gruppo indipendente, con esperti in grado di rispondere a questi quesiti: "Dovranno esaminare ogni caso e garantire un approccio armonizzato in tutti gli sport", ha concluso Bach, mentre dalla Russia il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitry Peskov, non ha esitato a sottolineare l’esistenza di "elementi di discriminazione" nelle richieste del CIO.