Il combinatista più vincente di tutti i tempi, questo lo status di cui ha goduto per la maggior parte della carriera l’atleta che ha appena terminato la sua "fatica" agonistica. Eric Frenzel, "The Legend", come amava chiamarlo il commentatore anglofono di Discovery, ha vinto tutto quello che c’era da vincere e anche di più nel panorama della combinata nordica, disciplina di grandissima tradizione in Germania. Il suo palmarès vanta un numero di vittorie ("quasi" ex-aequo con Hannu Manninen) che solo un "caso a parte" come Riiber è riuscito a battere, ma prima delle vittorie in Coppa del Mondo, delle medaglie mondiali e olimpiche Frenzel è stato un atleta che non ha mai risparmiato una singola spilla di sudore in pista.
Quante volte l’abbiamo visto rimontare posizioni e completare imprese incredibili, come quella contro Akito Watabe nel trittico della sua Seefeld nel 2016, in cui partì nella giornata conclusiva, dopo aver vinto le prime due gare, con 1′ da recuperare complice un atterraggio molto problematico nell’ultimo salto del triple. In quell’occasione, sotto una nevicata degna del prologo di "The Hateful Eight", fu capace di rimontare e staccare il nipponico, che ancora una volta si accontentò della piazza d’onore. Se quella senza dubbio non rappresenta la vittoria più importante della sua storia, sicuramente è stata una delle più significative. Il fatto che Hannu Manninen abbia una vittoria in più in gare di primo livello (CdM, Mondiali e Olimpiadi), è senza dubbio curioso e interessante per gli amanti delle statistiche. Vietato però dimenticarsi di quello che Eric Frenzel ha significato per tutta una generazione di combinatisti e non solo. Vietato inoltre dimenticarsi che il finlandese vanta una medaglia mondiale mentre Eric ne vanta ben…
Il palmarès del nativo di Annaberg-Bucholz recita 43 vittorie nel massimo circuito e 83 podi su 270, tonde, partenze. Il 35enne vanterebbe anche 5 sfere di cristallo vinte consecutivamente (2013-17), ma quello che lo ha reso per anni il combinatista più vincente della storia, è il bottino che è stato capace di raccogliere in eventi con medaglie in palio. Frenzel è stato capace di mettersi al collo la bellezza di 7 medaglie olimpiche e, pausa scenica, 18 "ferri" mondiali. Se c’è un record che neanche Jarl-Magnus Riiber può provare ad annientare è quello delle medaglie conquistate alle Olimpiadi per quanto riguarda la combinata nordica, va detto, non al 100% per demeriti del fuoricategoria di Oslo. Le cinque medaglie d’oro individuali sono arrivate a Sochi 2014 su trampolino piccolo e a Peyonchang 2018, chiudendo il cerchio olimpico sul trampolino grande. Delle 3 medaglie d’oro mondiali, la prima a Oslo 2011 su NH e la seconda in Val di Fiemme 2013 su LH, forse l’ultima nei Mondiali di Seefeld del 2019 a 31 anni è quella che ricorda con più gioia. Quel giorno partì addirittura davanti a tutti dopo il salto, con un margine di 10" su Jan Schmid che sconfisse in volata.
L’ultima medaglia olimpica di Eric Frenzel a Pechino 2022 merita di essere rievocata, per come ancora una volta si sia dimostrato quello che è, un enorme combattente. Nella prova a squadre vincerà la Norvegia, orfana di Riiber vittima della maledizione delle ‘covidlimpiadi’; Norge che nel fondo hanno qualcosa in più con Bjoernstad, Andersen, Oftebro e Graabak. I tedeschi, dopo l’incredibile e drammatica cotta di Johannes Rydzek involato verso la vittoria decidono di schierare proprio il leone di Oberwiesenthal che, nel salto si difende, ma nel fondo paga dazio. La condizione non c’è essendo appena guarito da covid, il tracciato è di quelli veramente tosti, la temperatura è intorno ai -12. Frenzel concluderà la sua frazione, non perdendo neanche troppo terreno da J-L Oftebro, ma a fine gara racconterà di aver vomitato sangue. La Germania ottenne comunque l’argento, nella storica gara in cui Ryota Yamamoto stampò in volata Lukas Greiderer per lo storico bronzo del Giappone. Ma questa è un’altra storia.
La combinata nordica saluta Eric Frenzel, lo squalo tedesco da 25 medaglie
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