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Biathlon , Interviste

Marte Olsbu Røiseland, la Regina parla a Fondo Italia: “Sono grata al biathlon per ciò che mi ha dato; volevo un finale degno della mia carriera”

HOLMENKOLLEN – Sabato pomeriggio era dispiaciuta dopo la sprint. Le troppe emozioni del suo ultimo weekend in Coppa del Mondo l’avevano travolta, al punto da sbagliare completamente la sua gara. Marte Olsbu Røiseland, però, aveva intenzione di chiudere con un risultato che fosse degno della sua straordinaria carriera, così è riuscita a concentrarsi al meglio per la mass start domenicale e con un ultimo poligono da favola si è presa un emozionante secondo posto.
All’arrivo è stata poi accolta dalla festa del resto della squadra, con compagne, compagni, skiman e allenatori tutti a indossare una t-shirt molto simpatica, che rappresentata Marte come la Regina Sonja di Norvegia e Tiril come la Principessa Mette-Marit. La scritta in alto “Le nostre due regine”.
Dopo tutte queste emozioni vissute, Røiseland si è presentata prima in mixed zone e successivamente nel media centre a parlare con i tanti giornalisti presenti, con il volto sorridente e sereno, di chi ha vissuto una giornata emozionante e commovente ma allo stesso tempo ha la tranquillità di aver presto la decisione giusta.
Con grande cordialità, quella che ha mostrato e avuto nel corso di tutta la sua carriera, la campionessa norvegese ha concesso anche questa intervista a Fondo Italia.

Ciao Marte, congratulazioni per questo podio. Non potevi chiudere la tua carriera in un modo migliore. Ci racconti cosa hai provato quando hai visto che eri seconda?
«Dopo il poligono in piedi, quando ho visto che ero in seconda posizione e con un bel vantaggio su chi mi seguiva, ciò mi ha reso molto contenta perché ero un po’ stanca nell’ultimo giro. Sono davvero molto felice di essere stata capace di ottenere questo podio oggi, era un grande obiettivo per me e mi sento come se avessi vinto».

Ricordo che proprio sabato mi raccontavi di quanto fosse difficile per te gestire tutte queste emozioni. Come sei riuscita a farlo proprio nell’ultima gara?
«Si è stato un weekend davvero tanto emozionante. In occasione della sprint non era stato per niente facile concentrarmi su ciò che dovevo fare, perché erano qui la mia famiglia e i miei amici, poi lungo il tracciato c’erano tanti cartelli a me dedicati, persone che mi salutavano e mi auguravano il meglio. Era tutto molto diverso dal solito.  
Dopo la gara di sabato
ero però tanto dispiaciuta, perché volevo fare meglio. Ho ottenuto tanti bei risultati nel corso della mia carriera e ci tenevo a chiudere con un risultato che fosse degno di ciò che ho fatto nel biathlon. Sono quindi scesa in pista nella mass start determinata e decisa. Ero consapevole che la condizione non fosse così buona, ma avevo tutta l’intenzione di fare del mio meglio e ci sono riuscita. Ora posso ritirarmi con una buona sensazione».  

Mi descrivi quel rettilineo finale e il momento in cui hai passato la linea del traguardo con tutte quelle persone lì ad attenderti?
«È stato fantastico, tutta le gente in tribuna che mi applaudiva e mi salutava, poi quando ho superato la linea del traguardo, ho visto i miei compagni di squadra, allenatori e skiman, tutti con questa bellissima maglietta, mi hanno dato anche una corona. Ho una squadra fantastica.
Mi hanno rappresentata come la Regina Sonja di Norvegia e Tiril come la principessa Mette-Marit, con la scritta “le nostre regine”».

Puoi spiegarci come è arrivata la tua decisione?
«È stato un processo che ho affrontato nel corso di tutta la stagione. Credo poi di aver preso la decisione proprio poco prima del Mondiale di Oberhof. Quando ho disputato la mass start in Germania sapevo che sarebbe stata la mia ultima mass start e gara in un Mondiale».

Qual è la cosa più bella che ti ha dato il biathlon?
«Fin qui ho vissuto tutta la mia vita nel biathlon, che mi ha dato tante amicizie, compagni di squadra e fatto incontrare molte persone. Spero che tutte queste amicizie nate nella biathlon family possa portarmele dietro per tutta la vita. Sono grata per ciò che ho ricevuto».

Qual è stato il momento più bello della tua carriera?
«Il momento più bello? Oddio, è veramente difficile. Diciamo che dovrei scegliere tra tre: la staffetta mondiale qui a Oslo nel 2016, il Mondiale di Anterselva 2020 e ovviamente le Olimpiadi di Pechino».

Vi siete ritirate tutte insieme tu, Anais Chevalier-Bouchet, Tiril Eckhoff e Denise Herrmann. Avete lasciato Dorothea Wierer praticamente da sola.

«Si lo so, Doro me lo ha anche detto (ride, ndr): “No, no, Marte, ora diventerò la più anziana”. Ma credo che saprà gestire anche questa cosa, perché ha disputato una stagione fantastica e mi aspetto di applaudirla anche il prossimo anno».
In bocca al lupo per tutto Marte, possiamo solo augurarti il meglio.

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