Per chi non segue frequentemente la combinata nordica, Petter Kukkonen, è stato un buon combinatista, soprattutto in età giovanile nel quale ha conquistato tre medaglie in due edizioni dei Mondiali Junior, per poi però gareggiare prevalentemente nella deceduta Coppa del Mondo B, durante la gloriosa era finlandese caratterizzata dai numerosi successi ai piani altissimi di Hannu Manninen e Samppa Lajunen. Oltre a questo, per undici anni, dalla primavera del 2010 fino a Marzo 2022, è stato anche il capo allenatore della squadra finlandese di combinata nordica. In precedenza, terminata la carriera agonistica a soli ventiquattro anni e laureatosi con successo all’Università di Jyväskylä, aveva subito allenato i ragazzi delle squadre giovanili finlandesi prima di guidare per tre anni il team estone sempre di combinata nordica.
Durante il periodo finlandese, l’attuale quarantunenne ex coach, nei ritagli di tempo fra un training camp ed i numerosi trasferimenti fra le varie sedi delle gare di Coppa del Mondo, Mondiali o Olimpiadi, aveva già pubblicato un primo libro ispirato dalla mitologia greca, sua grande passione fin dai tempi universitari. Ora, terminata dopo le Olimpiadi di Pechino, l’attività di allenatore, oltre ad iniziare una nuova carriera imprenditoriale e a collaborare come seconda voce per Yle Tv durante le telecronache della Combinata Nordica, ha anche trovato il tempo per pubblicare un secondo libro, “Anatomia della delusione” nel quale racconta la sua vita iniziata con lo sport fin da ragazzino per poi proseguire con le proprie memorie fra un alto ed un basso della propria attività di allenatore. Nel libro Kukkonen si tuffa nella decennale crescita della squadra finlandese di combinata nordica, culminata però nella grande disillusione dei Giochi Olimpici cinesi conclusi a bocca asciutta dai suoi ragazzi. In questa toccante e particolare biografia, il coach nativo di Lieksa, si dimostra una persona particolarmente realista, riflettendo in profondità sullo sport che lui frequenta fin da teenager e sui fenomeni sociali che lo stesso implica, ma sempre credendo che con esso si possa avere un mondo migliore.
Nello stesso tomo di duecentouno pagine, finora pubblicato solo in finlandese, vi è però anche una importante sezione riservata alla sua lotta ed ammonimenti verso la Fis in merito alla misurazione delle tute da salto, a suo parere piuttosto fallac,i riassunte dal quotidiano di Helsinki, Ilta Sanomat, che per tiratura è il secondo più letto di Finlandia. Nella biografia “Pettymyksen anatomia”, questo il titolo in lingua Suomi, l’ex allenatore discute ampiamente di questo argomento, in cui la FIS a suo parere, favorisce i principali paesi sportivi e opera in un modo nella quale la parola corruzione è almeno non lontana. Lui senza mezzi termini paragona il vantaggio derivante dalla tute non conformi alle regole FIS, sullo stesso piano dei fondisti che utilizzano il doping chimico senza ricevere nessuna conseguenza.
Già due stagioni or sono, durante il Ruka Opening, l’allenatore finlandese aveva rivelato che da alcuni atleti di altre nazioni, aveva appreso che al momento della misurazione gli stessi si erano infilati di tutto e di più all’interno degli indumenti intimi: palline da tennis, asciugamani o stracci e fazzoletti di varie dimensioni per abbassare la misura del cavallo e guadagnare in portanza durante l’esecuzione del salto. Queste accuse e rivelazioni gli sono costati vari ammonimenti dalla Fis stessa oltre alla velata minaccia di escludere la sua squadra dalla Coppa del Mondo se avesse continuato con queste sue accuse. Nel libro Kukkonen rivela anche che nel corso di quella stagione, l’austriaco Falko Krismayr che lo affiancava come allenatore della parte salto abbia anche ricevuto una telefonata minacciosa da un membro della Federazione tedesca di sci: “Se non vi fermate ora con le accuse, metteremo in moto i pezzi grossi. E se proprio sei cosi stupido da venire ai Mondiali con tute troppo piccole, allora è meglio che tu stia a casa!”
Il coach sinivalkoinen scrive anche che in quel periodo ha cercato di convincere la FIS ad introdurre un nuovo tipo di tecnologia per una più equa misurazione dei materiali ma nel vuoto, senza cioè mai ottenere risposte da chi di dovere. A quel punto la sua lotta è continuata ma a fari spenti. La stagione successiva il duo Kukkonen-Krismayr, supportati da un piccolo team di avvocati austriaci hanno raccolto una vasta documentazione che loro definiscono come “esplosiva”. Al centro del piano vi era la necessità di convincere le autorità austriache ad intervenire direttamente sugli atleti, basandosi sulla loro legislazione che vieta severamente la manipolazione e di seguire il rispetto delle regole di concorrenza. L’obiettivo era intervenire a sorpresa durante il Seefeld triple della scorsa stagione ma alla fine il dossier che era già stato ricevuto dalla procura di Innsbruck, è dovuto essere rimandato in quanto è mancato il necessario tempo di presentazione e le Olimpiadi erano oramai alle porte.
Già all’inizio della stagione scorsa il quarantunenne coach careliano aveva annunciato che dopo le Olimpiadi cinesi avrebbe terminato la sua attività di capo allenatore della Finlandia di combinata nordica per dedicare più tempo alla famiglia ed iniziare altre attività. Lui aveva grande fiducia che nonostante questa inequità del sistema di misurazione dei materiali da parte della FIS, i suoi allievi Hirvonen ed Herola potessero riportare una medaglia olimpica nella terra dei mille laghi. Ma in Cina le sue aspettative si sono trasformate in una grande delusione.
Uno degli obiettivi del libro di Petter è stato quello di evidenziare ed analizzare quei suoi undici anni al timone della combinata finlandese oltre a cercare di rendere lo sport un po’ più giusto: “E’ chiaro che gli sport di alto livello stanno estendendo le regole ed i maggiori atleti cercano di varcare questo sottile confine che talvolta le regole creano, ma la FIS dovrebbe mettere dei paletti chiari definendo nettamente ciò che è consentito e ciò che non lo è. Questo attuale sistema dà un vantaggio ai paesi grandi e ricchi. Lo sport invece dovrebbe essere invece più economico e semplice in modo che ogni situazione legata ai materiali non diventi una sfida per pochi eletti. Il punto di partenza deve essere che tu non devi infrangere le regole per esercitare la tua professione. “Kukkonen attualmente, oltre ad essere ancora l’allenatore personale di Eero Hirvonen, collabora come esperto per la Tv finlandese Yle ed in questa stagione lui afferma di avere visto un po’ di luce in più sulla sempre spinosa situazione tute e materiali del salto ma con un grosso ma: ”Gli eccessi più eclatanti sono chiaramente diminuiti, sono stati compiuti passi nella giusta direzione, ma siamo ancora molto lontani da dove dovremmo essere.”
Alcuni commentatori e addetti ai lavori di salto speciale e combinata nordica in anni recenti per bypassare il problema avevano lanciato la proposta di avere tute ed attrezzatura uguali per tutti, indipendentemente dalla nazione di appartenenza. Ma il tarpare le ali a chi si ingegna maggiormente ed investe tempo per la ricerca, sempre però rimanendo nei confini della legalità, non è il modo di risolvere questo problema.
A Planica, nei recenti Mondiali, si sono visti in modo lapalissiano, medagliati e medagliate con tute da salto il cui “stilista” ha utilizzato tutto, ma proprio tutto, il rotolo completo di tessuto sintetico a loro disposizione e con il cavallo che rasentava le ginocchia senza venire minimamente toccati da squalifiche esultare all’impazzata dopo salti nei quali avevano raggiunto misure miracolose mai effettuate nel corso della stagione, a differenza di altri saltatori squalificati in finale utilizzando tute, all’occhio degli esperti della disciplina, in regola con ciò da loro indossato e agonisticamente mostrato nel corso dell’annata di salto con gli sci.
L’augurio e la speranza per il bene di queste due storiche ed adrenaliniche discipline è quella di non dover ricorrere, come accadeva col Comitato per la Sicurezza dello Stato o KGB nei tempi dell’ex URSS o con la Stasi nell’ex DDR, seppur con fini totalmente differenti, alla necessità di arrivare a dover controllare anche chi dovrebbe essere preposto in modo integerrimo al controllo dei materiali. Come ha consigliato lo scorso anno Petter Kukkonen stesso, le nuove tecnologie per fare rispettare le regole già ci sarebbero, basterebbe il giusto periodo di prova ed in seguito la loro introduzione, per almeno limitare questo problema che si protrae da diverse stagioni nel salto in modo particolare ma anche nella cugina combinata nordica.
Combinata e salto – L’ex coach Kukkonen: ”Gli eccessi più eclatanti nella misurazione delle tute sono diminuiti, ma siamo ancora molto lontani”
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