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Biathlon , Coppa del Mondo , Mi ritorni in mente

Mi ritorni in mente – Östersund 2019, un crocevia fondamentale tra ori, argenti e cristallo

Due titoli mondiali in un solo giorno, uno inatteso e l’altro impronosticabile. Non serve rivangare troppo nella mente per trovare un appiglio che leghi i ricordi ad Östersund. La rassegna iridata svedese del 2019 è stato un crocevia fondamentale nella storia recente e non solo del biathlon italiano.
Dieci giorni che hanno regalato cinque medaglie di cui due del metallo più pregiato, maturate in una pazzesca domenica finale ad arricchire ed esaltare un bottino di per sé già notevole e fatto del bronzo inaugurale della mista e di successivi due argenti, nella single mixed e nell’individuale.
I nomi dei protagonisti li conosciamo tutti: Dorothea Wierer, Lisa Vittozzi, Dominik Windisch, Lukas Hofer hanno messo in maniera diversa il proprio autografo sulle medaglie di cui sopra, in squadra o individualmente con l’acuto dorato e ravvicinato di Doro e Domme a scrivere una pagina indelebile nella storia recente e passata dello sport italiano.
Ma Östersund 2019 è stato crocevia per tanti altri motivi, anche e soprattutto per gli anni successivi. Lisa Vittozzi con l’argento nella 15km ha potuto mettere le mani sulla coppetta di specialità mentre alla vigilia della duplice mass start il forfait di Wierer nella staffetta femminile ha di fatto seminato nella mente della sappadina quel dubbio, quel vulnus, quella sensazione di ingiustizia che sarebbe poi definitivamente sfociata l’anno successivo, pochi giorni prima dei Mondiali di Anterselva. Da quei giorni svedesi la strada in casa azzurra è diventata un po’ più tortuosa proprio come il cammino e la sicurezza di Lisa ed oggi che gli strascichi sono stati più o meno assorbiti diventa naturale rileggere il tutto in quest’ottica.
Insomma, le nevi svedesi quattro anni fa hanno regalato momenti iconici come il poligono finale di Dominik Windisch e altri più delicati ma il destino a volte sa apparecchiare delle trame incredibili e quattro anni esatti dopo – giorno in più, giorno in meno – Lisa Vittozzi tornerà ad affrontare una 15km ad Östersund con la possibilità di accompagnare al fresco bronzo iridato di Oberhof una nuova coppetta di specialità.
Lisa (150 punti) gode di 15 punti di vantaggio sulla padrona di casa Hanna Öberg e 39 su Ingrid Tandrevold con le francesi Julia Simon (105) e Lou Jeanmonnot (104) che restano ragionevolmente in corsa seppur più defilate; per poche altre solo la matematica sembra lasciare aperti spiragli.
Sia la norvegese che la svedese sono avversarie temibili: Tandrevold gode di una condizione brillante e pari a quella dell’azzurra, Öberg ultimamente è meno stabile ma è sorretta da un talento sopraffino, senza dimenticare come in quel 2019 fu proprio lei a precedere la carabiniera di Sappada sul trono iridato, riconquistato poche settimane fa in Turingia davanti alla connazionale Persson e alla stessa Lisa.
L’intreccio è notevole, con Lisa Vittozzi che torna a contendere la stessa Coppetta di Cristallo dopo aver chiuso un percorso (difficile, durissimo ma in cui ha saputo venirne fuori alla grande) di fatto iniziato proprio in quei giorni che le assegnarono i primi trofei “veri” della carriera. E per quanto visto in queste ultime settimane, nella mente di Lisa c’è tutta la volontà di aprire il suo sorriso soddisfatto e consapevole per mettere un’ulteriore pietra tombale su questi tormentati e altalenante quattro anni.
Sul fronte maschile purtroppo sarà una tappa strana: l’assenza dei fratelli Bø, di Lægreid, di Samuelsson, di Jacquelin e via dicendo insieme ad una situazione di classifiche ormai cristallizzate tolgono gran parte del pathos. Resta da capire a chi andrà la coppetta di specialità della 20km: il campione iridato JTB dovrà cederla: Christiansen, il giovane Hartweg e Ponsiluoma sono i principali indiziati per operare il sorpasso al dominatore stagionale che a causa del covid si troverà a rinunciare all’enplein (coppa generale e tutte le coppette di specialità) già riuscitogli in passato.
Quando?
Quattro anni fa, naturalmente. Perchè in fondo la storia sa scrivere romanzi incredibili.

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