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Sci di fondo

Sci di fondo – Pellegrino orgoglioso del 10° posto nella 50 km: “Queste gare iniziano a piacermi più delle sprint”

PLANICA – È un Federico Pellegrino orgoglioso quello che si presenta in mixed zone dopo la 50 km a classico che ha chiuso il Mondiale di Planica. L’azzurro ha ottenuto una decima piazza finale, un risultato che pochi avrebbero immaginato fino a qualche anno fa quando il valdostano delle Fiamme Oro era concentrato soprattutto nel raccogliere il massimo possibile nelle sprint, ottenendo risultati straordinari per lo sci di fondo italiano.

Ora, però, Pellegrino ha iniziato a dimostrare quello che ha sempre detto a coloro che lo consideravano solo uno sprinter, di essere un fondista come tutti ma soltanto con maggiori doti di velocità, che lo spingevano a dedicarsi principalmente alle sprint. E in pista si è visto.
«Mi è dispiaciuto per Defa – afferma l’azzurro in mixed zone a Fondo Italia, dove si presenta con una espressione ben diversa rispetto a quella scura della staffetta – se penso che appena duecento metri prima che rompesse il bastone, gli avevo giusto urlato di crederci. Per quanto mi riguarda, mi sono staccato perché dal sesto giro ho avuto crampi alle braccia. È una cosa che può succedere, lo so, mi è accaduto praticamente in tutte le 50 km che ho disputato. Ho fatto molta attenzione ai liquidi e nutrirmi, non credo sia stato un problema energetico, in quanto ancora adesso mi sento veramente bene. Credo sia una problematica esclusivamente muscolare, che mi ha costretto ad alzare bandiera bianca. Peccato, perché oggi credo di aver avuto degli sci anche superiori rispetto a quelli dei norvegesi.
Stavo bene, molto bene e l’obiettivo di oggi era fare una grande bella esperienza e credo di averla fatta. Sono anche molto contento se penso al motivo per cui ho dovuto rallentare un momento, per poi rimanere a bagnomaria per così tanto tempo, senza cedere né di testa né di fisico».

Dopo tante soddisfazioni avute nelle sprint, Pellegrino ammette di essere sempre più conquistato dalle gare di lunga distanza: «Alla vigilia di questo Mondiale speravo quasi di fare meglio nella 50 km che nella sprint (ride, ndr), perché le sprint iniziano ad avermi quasi stancato, in quanto sono gare veramente dure psicologicamente e quando ne fai tante come me, riuscire a trovare la forza di essere sempre pronto turno dopo turno è difficile. Iniziano a piacermi sempre meno, mentre mi piacciono sempre più queste gare qui».

L’azzurro aggiunge sulla gara odierna: «Sono soddisfatto della mia prestazione. Quando è arrivato il giapponese, ho visto che dietro c’era Iversen, campione uscente della 50 km a classico. A quel punto mi sono detto che lui volevo batterlo, viste anche le punzecchiate che mi ha sempre dato attraverso i media. A me è sempre piaciuto rispondergli sul campo e batterlo nella gara in cui doveva difendere il titolo di campione del mondo, quando io con il suo pettorale ho lottato per la vittoria fino all’ultimo a Seefeld, è una bella soddisfazione».

Dopo la gara di oggi, guardando anche alla 50 km a tecnica classico delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, è normale chiedersi quanti siano i suoi margini di miglioramento anche in questo format di gara. «Non si può sapere, il bello è proprio questo. Continuo sempre a dirlo ai giovani. Tutte le volte che qualcuno prova a standardizzarli secondo un livello, io dico sempre loro che il proprio valore è quello che faranno vedere sul campo, quello che saranno lo sapranno solo a fine carriera. Se dieci anni fa mi avessero detto che avrei chiuso decimo una 50 km ai Mondiali, non ci avrei mai creduto, invece adesso è successo. Ho lavorato tanto, non nascondo che quest’anno mi sono dedicato di più a questo approccio anche per questa gara, in quanto sapevo di potermela giocare e fare bene. Mi sono divertito tanto, un bel modo di finire il Mondiale».

Il bilancio del suo Mondiale è positivo: «L’obiettivo lo abbiamo portato a casa, una medaglia di squadra. Era quello che avevo dichiarato. Sinceramente credevo quasi più nella staffetta che nella team sprint, ma lo sport è così. Tanti complimenti a Defa che mi ha dato una grande mano nella team sprint».

La stagione ancora non è finita: «Sicuramente non posso permettermi di disputare la 50 km di Oslo, perché sarebbe la nona gara in sedici giorni. Ammetto però che mi piacerebbe più partecipare alla gara di Holmenkollen che a alla sprint di Drammen. Dall’altra parte anche quella sarà una bella occasione per potermi esprimere e continuare a imparare, restando sul pezzo anche sulla velocità che torna utile pure in gare come quella odierna».

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