PLANICA – Ha fatto sognare i tifosi azzurri, lottando fino a pochi chilometri dal traguardo nel gruppo di testa e facendo anche immaginare a lungo una medaglia. A fermare la strada a Francesco De Fabiani ci ha però pensato ancora una volta un episodio sfortunato, la rottura di un bastone causata involontariamente dallo svedese Poromaa, poi vincitore del bronzo.
In mixed zone, però, De Fabiani appare tranquillo, dispiaciuto sicuramente, ma non abbattuto, in quanto da uomo intelligente e onesto qual è, il valdostano del CS Esercito ha ammesso che a suo parere non avrebbe avuto grandi opportunità di salire sul podio, in quanto non nelle migliori condizioni. Lo si capisce anche dalla voce tipica da naso chiuso con cui parla.
«Credo sia stato Poromaa a rompermi il bastone – esordisce De Fabiani a Fondo Italia, dopo aver scambiato due battute con Nöckler – ma non è colpa sua, è una cosa che succede. Non sono totalmente deluso, perché non stavo bene, partivo con il raffreddore e il naso tappato, la tosse, non ero nemmeno sicurissimo di partire questa mattina, quando testavo gli sci e tossivo. Invece, sono riuscito a stare lì fino alla fine e sicuramente sarei arrivato nei dieci. Ho perso quei 15” e mi dispiace. La medaglia era lì ma allo stesso tempo non credo fosse alla mia portata oggi. Stavo bene, ma comunque ero già al limite, credo che sarei riuscito a tenere almeno gli ultimi del gruppo, magari avrei migliorato l’ottavo posto di Oslo. Mi dispiace per quello, ma non ne avevo così tanto per pensare di fare la medaglia sicuramente. Poi se gli altri avessero avuto sfortuna e io fossi stato fortunato, magari arrivava (sorride, ndr)».
Insomma De Fabiani è dispiaciuto soprattutto che la rottura del bastone gli ha pregiudicato l’opportunità di ottenere un piazzamento migliore, che avrebbe anche meritato viste le condizioni con cui ha affrontato la gara, ma che rende ancora più merito alla sua bellissima prestazione. «Mi dispiace tanto perché ormai ero lì e arrivare col gruppo di testa sarebbe stata una bella soddisfazione. Ai Mondiali contano però le medaglie e sono sicuro al 90% che non l’avrei fatta. Sono più deluso per la staffetta, lì si che avevamo ottime chance di arrivare sul podio. Alla vigilia non ero sicuro che questa pista mi piacesse, ma la neve oggi era bella e gli sci andavano molto bene, ciò ha aiutato. Essere lì fino alla fine è ciò che mi auguravo. Senza quell’incidente sarei arrivato sicuramente nei dieci».
De Fabiani è però orgoglioso del suo Mondiale: «Sono contento del mio Mondiale. L’argento nella team sprint è anche più di quello che speravo. Mi dispiace per queste ultime due gare, che sono finite un po’ male anche per via della sfortuna. La condizione era ottima, la team sprint è stata spettacolare, abbiamo ottenuto un argento che per me vale quasi oro per la nostra prestazione, stando fino alla fine con una Norvegia così superiore sulla carta. Il Mondiale è andato bene».
La stagione non è ancora finita per De Fabiani e la squadra azzurra: «Tutto il team ha disputato un buonissimo mondiale. La stagione sta andando bene e sono molto contento, stiamo lavorando nel modo giusto e ci impegniamo tanto. Sono contento, perché la condizione c’è e voglio finire bene la stagione. A Oslo non ci sarò, ma farò Falun e Lahti. Ci sono ancora delle belle occasioni, come una team sprint a classico dove si può fare bene, mass start a classico, staffetta mista, 10 km in classico. Direi che possiamo toglierci ancora soddisfazioni come squadra in generale.
Sono contento della mia stagione, credo di essere migliorato, soprattutto penso di averlo dimostrato oggi, facendo una prestazione del genere in una gara tirata, su una pista che non sicuro piacesse e con raffreddore. A questo punto nella giornata giusta, su una pista che mi piace e senza raffreddore, magari qualcosa di bello era possibile».
La prossima 50 km in classico in una grande evento si svolgerà proprio nel 2026 in Val di Fiemme, assegnando le medaglie olimpiche. Quella sicuramente è una pista che Defa apprezza: «Da qui a quelle Olimpiadi c’è ancora tanto lavoro in mezzo, tante gare. Sicuramente uno dei principali obiettivi futuri è proprio la prossima 50 km in classico in un grande evento, che sarà proprio quella olimpica, una gara veramente importante, forse la più importante della mia vita.
Tre anni sono però tanti, c’è la possibilità di migliorare ma anche il contrario. Come ho sempre detto, arriverò alle Olimpiadi se il fisico e i risultati me lo permetteranno, perché io non voglio solo partecipare, sono una persona competitiva. Insomma c’è tempo per migliorare. Sicuramente quella pista mi piace, anche se la cambieranno un po’ resteranno quelle salite più ripide e più corte di queste».