PLANICA – Finalmente può tornare a gareggiare e mettersi definitivamente alle spalle lo sfortunatissimo finale della staffetta mista dei Mondiali Under 23. Elia Barp ha tanta voglia di disputare la sua prima gara in un Mondiale assoluto, dopo aver dovuto restare un attimo ai box per un piccolo problema di salute una volta tornato dal Canada.
«Provo un mix di emozioni – racconta il veneto delle Fiamme Gialle a Fondo Italia – sono contento di essere qui e del fatto che al primo anno da senior sono riuscito a fare una stagione discreta, comportandomi bene anche nella categoria assoluta e dimostrando di valere abbastanza per meritare di essere qui».
Molti suoi compagni della squadra Under 23 non sono tornati nelle migliori condizioni fisiche: «Sinceramente mi sembra di essere in buone condizioni dopo aver fatto i primi lavori qui. Non sono stato bene di ritorno dal Canada, ma adesso è tutto passato. Domani poi dopo i tre giri ne riparliamo, ma le sensazioni mi sembrano buone. Le difficoltà avute dai miei compagni tornati dal Mondiale Under 23? Potrebbe sembrare che la situazione non è bella, ma loro sono tornati subito a gareggiare, mentre io ho avuto più tempo di riposare rispetto a loro e spero di poter fare bene. Alla fine ho passato due settimane a casa, dove ho potuto riposarmi e poi lavorare bene. Sono fiducioso di ciò che posso fare».
A sostenerlo a Planica anche i genitori, il fratello e la fidanzata. Elia non vuole sbilanciarsi troppo sulle sue aspirazioni, ma la sua determinazione è chiara: «Sicuramente l’ìobiettivo principale è studiare come funziona, poi ovviamente più in alto vai in classifica e meglio è. Non so cosa aspettarmi, migliorare i risultati della Coppa del Mondo non sarebbe male. Non sarà facile, perché qui arrivano tutti in una forma mostruosa, come giusto che sia. Alla fine vedremo cosa sarà stato possibile raccogliere, sono già contento di essere qui e fare questa esperienza».
Barp è felice però di ritrovarsi a vivere un evento così grande con attorno tantissimi campioni. Quando gli chiediamo chi vorrebbe incrociare in pista, sorride e ci sorprende, dimostrando però anche tanta lucidità: «In realtà spero di non incrociare gente troppo forte in gara, perché magari prendi le loro code e poi le perdi malamente. Spero di trovare qualcuno a cui sia possibile pensare di attaccarsi, penso a qualche svizzero che può essere lì con me. È bello essere qui e vedere già certi campioni che quando si allenano, anche se sono più forti e non ti conoscono, vengono lì a salutarti. Sono umani anche loro (ride, ndr)».