PLANICA – Delle volte il destino sembra quasi giocare con le nostre vite, muovendoci come burattini, togliendoci magari qualcosa, salvo poi risarcirci in occasioni speciali. L’avrà forse pensato anche Pål Golberg ieri durante la Team Sprint dei Mondiali di Planica. Per sua stessa ammissione, nella testa del norvegese era ancora vivo il ricordo della gara della Val di Fiemme di dieci anni fa, quando fece squadra con Sua Maestà Petter Northug: doveva essere un oro, fu un fallimento. L’allora 23enne Golberg non resse la pressione e crollò a livello fisico all’ultimo giro delle semifinali. Non è un’iperbole, ma cronaca cruda: terminata la sua frazione, Golberg si lasciò andare a terra e fu portato direttamente in albergo, mentre Northug tentò l’impossibile, ma neanche un campionissimo del suo calibro seppe aggiustare la situazione, e la Norvegia non partecipò nemmeno alla finale.
Dieci anni dopo, Golberg ha preso la sua rivincita, e lo ha fatto con un altro fuoriclasse, Johannes Klæbo. Con il quale ha vinto una medaglia d’oro meritata davanti a una splendida staffetta italiana. Queste le parole di Golberg a Fondo Italia: «Non ho mai mollato, e in particolare questo giorno è speciale per me perché ho avuto una giornata terribile ai Mondiali di 10 anni fa in Val di Fiemme nella sprint a squadre. È stato anche snervante, perché sai che stai correndo con un compagno di squadra e che si tratta di una sprint, e ci sono piccoli margini, si vuole stare fuori dai guai, non si vuole fare qualcosa di sbagliato. Il nostro piano era quello di stare davanti per cercare di controllare il gruppo, e ci siamo riusciti abbastanza bene. Non sono sorpreso dell’Italia, questa è la loro staffetta più forte, e so che Defa e Chicco sono molto forti in questa disciplina. Erano tra i tre contendenti, credo, insieme a Francia e Svezia, quindi non mi sorprende che siano riusciti a essere i più vicini a noi».