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Combinata Nordica – Una straripante Norvegia conquista l’oro nel Mixed Team, ottimo quarto posto per l’Italia

Nel primo Team Mixed Event della storia del Mondiali di Sci Nordico di Planica, la Norvegia senza troppe sorprese conquista la medaglia d’oro dopo aver posto una seria ipoteca nel segmento di salto mattutino.
Il quartetto norvegese, composto da Oftebro, Hagen, Westvold Hansen e Riiber, chiude in 37’38”2: a fare la differenza, oltre all’ampio margine di 20” guadagnato nel segmento di salto, è sicuramente la giusta disposizione degli atleti all’interno delle frazioni, con i migliori fondisti al lancio per fare il vuoto sugli inseguitori. Alle spalle dei norge a 47”8 di distacco c’è Germania con Geiger, Novak, Armbruster e Schmid; i tedeschi ottengono la medaglia d’argento amministrando il loro margine sull’Austria, che deve accontentarsi della medaglia di bronzo a 1′ dalla testa: gli austriaci, che hanno schierato invece Rettenegger, Slamik, Hirner, e Lamparter,non riescono a rientrare sui tedeschi, nonostante nella quarta frazione Lamparter abbia provato ad avvicinarsi Schmid, il tedesco, nella seconda tornata della sua frazione, impone un ritmo più sostenuto, impedendo all’austriaco di chiudere il gap.
Ottima prova per l’Italia, che scende in pista con Kostner (che sostituisce Alessandro Pittin, caduto per ben due volte nelle prove di salto di questa mattina), Sieff, Gianmoena e Costa: gli azzurri, partendo come quinta forza in campo, fanno gara con il Giappone e nell’ultima frazione il sorprasso avviene con Costa, permettendo al team italiano di chiudere in quarta posizione ad 1’53”5 dalla testa.
Escono delusi dalla gara odierna i nipponici (Yamamoto, Yuna Kasai, Haruka Kasai, Watabe) che chiudono la prova in quinta posizione a 2’02”5: qualche perplessità arriva dalla scelta di avere Yamamoto al lancio, che nella prima frazione passa dall’avere 20” di distacco dalla testa ai 58” al cambio, superato da Germania e Austria e con gli azzurri alle calcagna; l’andatura della gara nelle frazioni successive, in particolare in quelle femminile, fa però ipotizzare che i giapponesi quest’oggi non avessero degli ottimi materiali, a differenza degli azzurri che impiegano poco meno di due frazioni a riportarsi sul Giappone.

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