PLANICA – Ha ormai alzato l’asticella Simone Mocellini, dopo aver conquistato due podi in Coppa del Mondo. Se due anni fa a Oberstdorf era andato solo a fare esperienza e se fino a pochi mesi fa avrebbe messo la firma per chiudere al sedicesimo posto una sprint mondiale, oggi il trentino delle Fiamme Gialle ha obiettivi completamente diversi, vuole puntare in alto, perché sa di avere le potenzialità di farlo.
L’azzurro è quindi dispiaciuto per l’eliminazione ai quarti di finale in una sprint poco adatta a lui, che gli dà quindi tanti spunti su cosa migliorare: «Oggi era veramente difficile, perché era una sprint complicata da interpretare, bisognava stare sempre attenti. Io ho sempre avuto delle lacune su piste come quella di oggi. Per me, sprint come Beitostølen e Val di Fiemme, dove sono salito sul podio, sono molto più semplici, perché devo soltanto pensare a spingere. Qui era fondamentale l’aspetto tecnico, il punto più debole su cui devo lavorare. Nonostante ciò, fino a quando non mi ha passato Bury all’interno, ero nella migliore posizione possibile. Purtroppo le sprint sono così, basta un secondo che da una posizione buona ti ritrovi indietro».
Non cerca giustificazioni Simone Mocellini, è dispiaciuto per il risultato, consapevole che oggi si aspetta molto di più e vuole dare tanto alla squadra: «A inizio stagione avrei firmato per essere eliminato ai quarti con un quarto posto, però sia la squadra che io vogliamo di più.
Se l’infortunio mi ha penalizzato? No, sono tranquillo sotto questo aspetto. La gara di oggi non è stata influenzata dall’infortunio. Io stavo bene, lo dimostra la qualificazione. Su una neve del genere, per me ho fatto meglio che a Beitostølen, perché negli anni scorsi non mi sarei nemmeno mai qualificato. Sono contento della mia forma, sono dispiaciuto di come è andata, avrei voluto di più per me e per tutta la squadra. Il fondo e le sprint sono così».