PLANICA – Nel 2021 aveva fatto il suo esordio Mondiale nella sprint a classico di Oberstdorf, senza superare la qualificazione. Allora, Simone Mocellini si trovò catapultato in un Mondiale mutilato, in quanto privo di pubblico.
Domani a Planica, quando prenderà il via la qualificazione della sprint a classico, il trentino delle Fiamme Gialle scenderà in pista non solo con l’emozione del primo Mondiale con il pubblico, ma anche con quella pressione in più che è anche normale arrivi dopo che hai fatto due podi in Coppa del Mondo.
«Arrivo a Planica con un’altra esperienza rispetto a quando mi presentai al via del Mondiale di Oberstdorf, quando nemmeno c’erano i tifosi. Con il pubblico sarà molto più bello, cambia tutto. Un po’ di pressione in un Mondiale la sentivo prima e la sento adesso, anche se con obiettivi completamente diversi. Prima puntavo solo a qualificarmi, oggi non solo a quello, ma anche a fare poi una buona gara nelle batterie».
La preparazione del Mondiale non è stata semplice, a causa del problema ai flessori che lo ha fermato a Dobbiaco e per un attimo aveva anche fatto temere per la sua partecipazione al Mondiale. Non a caso oggi ha continuato a testarsi, dando anche continui feedback ai fisioterapisti Savoye e Saba. «Vengo da questo periodo un po’ particolare, con questo piccolo infortunio che non mi ha dato troppi problemi per quanto riguarda l’allenamento, perché fermarmi forse mi ha fatto solo che bene. L’unico problema è aver perso una gara vicino all’appuntamento, che ti fa perdere qualche certezza. Domani partirò per dare il cento per cento e vediamo come va.
Sinceramente mi sembra di stare abbastanza bene, anche se dall’altra parte, e non lo dico perché voglio abbassare le aspettative, non credo che la forma sia quella di Beitostølen e Lago di Tesero. Però non mi sembra di stare neanche male. Domani il campo lo dirà. Non riesco nemmeno a definire la percentuale della condizione in cui mi trovo, comunque non mi sembra di stare male».
Mocellini è convinto che da questa esperienza imparerà tanto, soprattutto nel gestire le pressioni. «Sicuramente per me è importante affrontare queste nuove pressioni. Anche perché non ho mai provato grande tensione, nemmeno quando ero in Coppa del Mondo a Beitostølen. Il Mondiale è però qualcosa in più e imparare a gestire le proprie emozioni e la pressione è utile per il futuro, ma ovviamente può permettere di fare bene anche qui nel presente».