Nel corso del congresso FIS dello scorso maggio, Vegard Ulvang ha lasciato la guida del Comitato Sci di Fondo della FIS dopo più di vent’anni. Il posto del dirigente norvegese, che durante i suoi due decenni di comando ha cambiato molto la disciplina, è stato preso da Uroš Ponikvar. La prossima settimana, il Mondiale di Planica segnerà il primo grande evento di sci di fondo, dopo che lo sloveno si è insediato in questo ruolo, proprio nella località dove è anche direttore di gara.
Fondo Italia lo ha contattato per fare il punto della situazione alla vigilia di un Mondiale importante, anche perché il primo in Slovenia e soprattutto il primo con il pubblico presente dopo ben quattro anni.
L’attesa è finita, il Campionato di Mondiale di sci nordico sta per cominciare. Ci può descrivere le emozioni che sta provando e come stanno andando gli ultimi preparativi a una settimana dal via dell’evento?
«L’emozione sta crescendo e in un certo senso non vediamo l’ora che inizino i Campionati. I preparativi sono nella fase finale e la location sta prendendo la forma giusta per l’evento.
Sono contento che abbiamo preparato abbastanza neve e coperto tutti i percorsi con la giusta quantità di neve.
Anche la natura è stata generosa con noi e ha coperto la zona con la neve necessaria a creare la vera atmosfera invernale. Un conto è sciare su una pista da fondo, ma qualcosa di completamente diverso è farlo in un bellissimo ambiente innevato, cosa che Planica sicuramente è in questo momento. Naturalmente ci sono anche difficoltà e preoccupazioni. I Campionati del Mondo di sci nordico sono un evento enorme, molti dettagli devono essere coordinati e molti requisiti devono essere soddisfatti».
In cosa il Mondiale di sci nordico è diverso da una tappa di Coppa del Mondo, dal punto di vista organizzativo? Quali sono le sfide più difficili?
«Il Mondiale è molto più grande di una Coppa del Mondo. Ad esempio, prendiamo i numeri: alle competizioni di Coppa del Mondo abbiamo circa 20 nazioni e da 200 a 250 atleti. A Planica 2023 abbiamo più di 500 concorrenti provenienti da 64 nazioni.
Condividiamo la sede con altri due sport, il salto con gli sci e la combinata nordica, quest’ultima utilizzando anche i nostri tracciati di fondo.
A causa del programma che è creato su misura per offrire il più possibile agli appassionati che assistono alle competizioni, abbiamo bisogno di modificare quotidianamente le impostazioni del percorso e dello stadio per passare dallo sci di fondo alla combinata nordica, a volte in meno di un’ora. Ma sono sicuro che ce la faremo.
In realtà vedo questa sfida più difficile nella logistica generale, come i parcheggi limitati e lo spazio disponibile in generale. I problemi nell’aspetto sportivo possono esserci e si presenteranno, ma non è diverso dalla Coppa del Mondo».
È il primo campionato mondiale di sci nordico per la Slovenia. Come siete arrivati alla candidatura e alla vittoria? Come stanno vivendo l’attesa gli sloveni?
«Sì, è il primo Mondiale di sci nordico nel nostro Paese. Nel 2006 avevamo organizzato i Campionati Mondiali di sci nordico junior e U23 della FIS, ma è passato molto tempo. La Federazione Slovena di sci ha presentato una candidatura per questo campionato per la prima volta nel 2014. Allora Lahti (FIN) aveva vinto per il 2017 e non avevamo poi avuto successo per altre due volte. Finalmente al Congresso FIS di Costa Navarino nel 2018, la nostra candidatura ha vinto. Credo che sia stato anche collegato ad alcune coppe del mondo di successo a Planica.
Penso che qui ci siano grandi aspettative per i Campionati, ma la maggior parte dei fan è concentrata sul salto con gli sci. Dopotutto, i nostri saltatori con gli sci hanno vinto molte medaglie negli ultimi grandi eventi e ogni anno una folla incredibile viene a tifare in occasione delle gare di volo con gli sci a Planica. Spero sinceramente che parte di questa folla venga anche a vedere gli atleti invernali più duri, i fondisti».
Quanto ha inciso la pandemia sull’organizzazione dell’evento?
«La pandemia sembra solo un ricordo ora, anche se la malattia è ancora in circolazione. Abbiamo perso l’opportunità di organizzare un vero evento di prova nella scorsa stagione a causa del COVID-19».
Entriamo nel dettaglio delle competizioni di sci di fondo. Parliamo dei percorsi che ospiteranno il Mondiale di sci nordico. Può descriverceli? Quali sono le loro caratteristiche tecniche?
«I diversi anelli seguono il terreno naturale di Planica. Nessuna delle salite è veramente ripida, ma ce ne sono molte e le discese sono tecniche e non offrono molto riposo. Possiamo dividerli in una parte inferiore (rossa) che verrà utilizzata per la tecnica classica nello Skiathlon ed è molto dura, e la parte superiore (blu) che verrà utilizzata per la tecnica libera nello Skiathlon. L’anello più lungo è di 7,15 km e utilizza praticamente tutti i percorsi disponibili. Sarà percorso 7 volte in occasione della 50 km a tecnica classica maschile con partenza in linea. Penso che sia davvero un percorso duro.
Avremo sprint e team sprint sullo stesso tracciato per entrambi i sessi. Il percorso di 1,4 km è piuttosto tecnico, ma non così difficile come altri anelli di sprint in classico».
L’addio di Lampic alla vigilia del Mondiale ha avuto un impatto sugli appassionati di sci di fondo sloveni?
«Decisamente. I suoi risultati stavano sicuramente attirando le persone a seguire il nostro sport. Il pubblico sportivo sloveno è piuttosto esigente e l’interesse cala quando non si ottengono le medaglie».
Dopo il Mondiale, quale sarà il futuro di Planica nel panorama dello sci di fondo internazionale e quale sarà il suo futuro, visto il suo nuovo ruolo all’interno della FIS?
«Vedremo. Planica è e sarà principalmente un luogo associato al salto con gli sci e al volo con gli sci. Ma già nel 2024 ci saranno i Campionati Mondiali di sci nordico Junior e U23 organizzati a Planica.
Credo che la mia elezione alla carica di presidente del comitato sci di fondo della FIS non abbia nulla a che fare con il mio ruolo a Planica. Semplicemente amo il nostro sport e spero di essere in grado di guidare bene il comitato nel momento delle sfide che dobbiamo affrontare».
Sci di Fondo, verso il Mondiale di Planica – Uroš Ponikvar parla dell’organizzazione e ci presenta i diversi tracciati (consulta le mappe)
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