OBERHOF – Ha gli occhi lucidi per l’emozione dopo aver chiuso al 33° posto il suo esordio mondiale, con una prestazione sugli sci di buonissimo livello, in particolare nell’ultimo giro dove ha fatto registrare addirittura il 16° tempo. Hannah Auchentaller è felice perché questa bella prova, alla sua prima assoluta, l’ha fatta davanti a suo papà Armin, allenatore degli Stati Uniti.
Quando arriva in mixed zone, Hannah si abbraccia con Clare Egan, con cui ha un legame speciale, essendo stata allenata per anni proprio da suo papà. Poi inizia a saltare vicino all’amica Rebecca Passler, quando vede che al termine della gara hanno quasi fatto lo stesso tempo.
«Non mi sarei mai aspettata di fare una gara del genere – ammette l’emozionata Hannah Auchentaller – certamente no. Sono venuta qui a Oberhof come quinta ragazza, non pensavo nemmeno di fare gare. Invece è andata in questa maniera ed è ancora meglio».
Soltanto cinque minuti prima dell’allenamento di ieri, Auchentaller aveva scoperto che avrebbe preso parte alla sprint. La giovane altoatesina del CS Carabinieri, trovando d’accordo anche Clare Egan che segue tutta l’intervista sorridendo all’azzurra, ammette che forse è stato un vantaggio: «Forse è stato un bene sapere all’ultimo momento che oggi avrei potuto gareggiare, perché veramente non ho avuto tempo di essere tesa o agitata. Una cosa ha seguito naturalmente l’altra: fisio, allenamento, cena, vai a dormire, ti svegli e c’è quasi la gara. Non ho avuto tempo di pensare. Da quel punto di vista mi è andata bene e sono riuscita a sfruttare la situazione al meglio».
Nel primo giro Auchentaller ha avuto un ritmo molto controllato, per poi andare in crescendo e chiudere con un bellissimo ultimo giro.
«Più che rispetto della pista, quando sono partita sentivo le gambe pesanti. Ho pensato che forse era il caso di non partire forte per poi averne negli ultimi giri. Così è stato e a metà gara mi sono sbloccata. Meglio così».
L’azzurra è orgogliosa di aver confermato la trentatreesima posizione ottenuta nella pursuit di Anterselva, segno di un’atleta che ha preso le misure anche nel massimo circuito: «Per me è un risultato importante soprattutto a livello personale, un grande traguardo. È bellissimo vedere che facendo una gara quasi perfetta posso lottare per un trentesimo posto o quel che sia. Sono lì con le altre».
Gli occhi sono emozionati e poco dopo vedranno anche cadere qualche lacrima, subito coperta dagli occhiali da sole, quando finalmente si perderà nell’abbraccio di papà Armin: «È bello soprattutto perché so che qui c’è la Clare (Egan, ndr) ed in particolare mio papà. Personalmente vuol dire tanto poter fare una gara del genere, sapendo che al poligono c’è lui che mi guarda. Non tutte le atlete hanno questa possibilità. Poter condividere questo momento con lui, lo rende ancora più speciale».