Il volto felice racconta più di tante parole. Hanna Öberg ha disputato una delle sue migliori gare, chiudendo al secondo posto la sprint del Mondiale di Oberhof. Un risultato arrivato dopo essere passata attraverso un periodo di difficoltà, anche piuttosto lungo, nel quale non sembrava rispettare quelle che erano le grandi aspettative generate fin da quando giovanissima vinse l’oro olimpico a Pyeongchang.
Nel giorno più importante, però, la svedese ha mostrato di essere in ottime condizioni fisiche e soprattutto mentali, trovando finalmente lo zero dopo oltre un anno.
A Fondo Italia, la biatleta svedese ha raccontato il percorso fatto per arrivare a questo bellissimo argento mondiale, ripercorrendo anche le difficoltà avute nelle ultime stagioni.
Un cambiamento che è stato più mentale che atletico, arrivato paradossalmente grazie all’influenza che l’aveva colpita nel periodo natalizio, costringendola a saltare la tappa di Pokljuka.
«Nel periodo natalizio mi sono ammalata e ciò mi ha costretta a fermarmi. Credo che la cosa più importante per me nel saltare le gare di Pokljuka e restare a casa a guardare le competizioni dalla tv, è che ciò mi ha fatto realizzare quanto mi diverta gareggiare in Coppa del Mondo. In quel momento sentivo di non voler stare sul divano a guardare le gare, ma essere lì con la mia squadra, stare nell’ambiente della Coppa del Mondo. Saltare alcune competizioni, poi, ha compromesso la mia classifica generale, così mi sono concentrata su una gara alla volta con l’obiettivo di fare del mio meglio in ogni competizione.
Sono tornata a Ruhpolding e li ho fatto delle buone gare. La cosa che più era cambiata rispetto al periodo pre natalizio è che avevo iniziato a divertirmi di più, a gustarmi le gare come non avevo mai fatto nell’ultimo anno e mezzo. Il fatto di divertirmi nel gareggiare mi ha portato a guardare avanti cercando di fare del meglio in ogni situazione, senza la pressione di dover per forza ottenere il risultato. Allo stesso tempo la forma è andata in crescendo da Ruhpolding ad Anterselva e poi anche nel corso della preparazione mondiale, che penso sia stata molto buona.
Questo aspetto mentale, l’essere nuovamente capace di divertirmi nel gareggiare, è stato sicuramente fondamentale per tornare a questo livello».
Tutto ciò ha portato questo bellissimo argento: «Questa medaglia significa tanto, è stata la migliore sprint che ho mai fatto in un Mondiale. Ora ho già una medaglia e ciò mi permette di essere più tranquilla in vista delle prossime gare. Dall’altra parte, però, ho anche un’ottima posizione per la pursuit».