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Biathlon , Coppa del Mondo , Mi ritorni in mente

Mi ritorni in mente – Lisa, Lisa! Due urla nella storia. Oberhof profuma di impresa con Vittozzi: ed ora ecco i Mondiali

Oberhof… 
Oberhof…
Oberhof…
No, non sono nebbia e umidità le prime immagini che tornano in mente se si pensa a questo villaggio della Turingia, meno di 2000 anime a 800 metri e poco più di quota. Cuore della Germania, abbracciato dalla foresta di Turingia, località su cui la DDR ha deciso di investire e farla diventare negli anni di culto per gli sport invernali, il biathlon in particolare, grazie anche ad un tracciato impegnativo, da campioni veri.
No, non è la nebbia il primo pensiero. Perchè nella mente è ancora troppo fresco il ricordo dell’impresa di Lisa Vittozzi, unica nella storia del biathlon italiano (discorso ampliabile anche al maschile) capace di mettere a segno l’accoppiata perfetta, sprint e inseguimento. Sono passati quattro anni abbondanti da quel gennaio 2019 e da domani si torna a gareggiare ad Oberhof con in palio qualcosa di ancora più prestigioso, i titoli iridati come già avvenuto nel 2004, rassegna avara di soddisfazioni, invero, per il movimento azzurro.
La prima e la seconda vittoria della carriera di Vittozzi, quando ancora – non ancora ventiquattrenne – la friulana viveva la prima vera stagione da protagonista assoluta, arrivando a contendere a Dorothea Wierer la coppa di cristallo fino agli sgoccioli della stagione.
Era di verde vestita, Lisa, in quell’inverno 2019. A partire da domani, invece, tornerà a vestire l’azzurro con la possibilità di “macchiarlo” con il pettorale di leader della classifica di specialità in occasione dell’individuale di mercoledì prossimo.
I primi due mesi di stagione raccontano di una Vittozzi probabilmente ancora più forte di quella capace di impacchettare l’unico back to back della storia italiana. Una Vittozzi che se è vero che è incespicata da un lato in qualche svarione nel tiro a terra (Pokljuka, Annecy e poco altro, in realtà) sta dall’altra parte attraversando un momento di esuberanza fisica e di efficienza nel tiro in piedi mai vissuti prima.
D’accordo, dati alla mano i due trionfi del gennaio 2019 sono stati gli unici acuti da queste parti, ma la conformazione del percorso, la difficoltà del poligono ed il contesto generale di gara fanno sì che alla vigilia della rassegna iridata la carabiniera di Sappada possa essere indicata come possibile “donna” dei Mondiali.
No, non solo in casa Italia.
Lecito, anzi doveroso fare gli scongiuri. Sia chiaro.
Ma l’andamento della stagione è lampante, tanto che se non fosse stato per quelle due giornatacce di cui sopra…
Vabbè, inutile rivangare.
In ogni caso sì, Lisa Vittozzi è in nomination per il ruolo di possibile donna dei Mondiali di Oberhof 2023. Non è l’unica, naturalmente. Perchè questa rassegna tedesca fa gola a molte, a cominciare dalle due prime-donne di questo inverno, Julia Simon ed Elvira Öberg, protagoniste di una prima parte di stagione encomiabile, seppur con qualche scricchiolio su entrambi i fronti. E poi c’è Dorothea Wierer (mai vincente, tre volte seconda qui), l’atleta simbolo del biathlon italiano che culla la speranza di aggiungere alla propria collezione il titolo iridato della sprint, unico che ancora le manca dopo il trionfo nella mass start di Ōstersund e la magica doppietta Individuale e Inseguimento sulle nevi di Anterselva. E poi Marte Røiseland che quando c’è odore di medaglie difficilmente perde l’appetito, Denise Herrmann e le tante possibili sorprese di giornata, più o meno quotate.
Tante possibili protagoniste, insieme a Vittozzi. Ma per quanto visto fino ad Anterselva, la candidatura di Lisa appare solida, molto solida.
La discussione su chi potrà essere la donna dei Mondiali coinvolge e non poco, anche perchè se si dovesse ragionare sul possibile re di Oberhof, pronostici alla mano, sarebbe difficile non convergere in toto su Johannes Bø. Uomo dei record, dominatore della stagione con una sola gara conclusa giù dal podio, la prima della stagione. Poi 11 successi e tre terzi posti, complice il ghiaccio indigesto di Annecy. Può perdere a Oberhof? Sì, ma deve metterci del suo. Anche se da queste parti conta “solo” di tre vittorie individuali, due sprint ed un’inseguimento. Ma la superiorità messa in scena in questi mesi…
L’alfiere Lægreid starà in attesa di un passo falso del capitano, così come gli altri vichinghi con la curiosità di capire se tutti gli altri – Samuelsson e Fillon Maillet in testa – siano nel frattempo saliti di giri.
Se al femminile Vittozzi, Wierer e una staffetta solida con Comola e Passler garantisce sulla carta divertimento e aspettativa in ogni gara, al maschile il team azzurro può affrontare un Mondiale di prospettiva, con la gratuità dell’entusiasmo dell’eccellente stagione di Tommaso Giacomel. Al finanziere del Primiero non si può chiedere una medaglia, ma se arrivasse non sarebbe una sorpresa per quanto visto nel mese di gennaio. Sarà un team estremamente giovane, che ritroverà proprio sul suolo iridato la “chioccia” Lukas Hofer, assente sin da Kontiolahti. Potrebbe essere il valore aggiunto, il pusterese. Specie nella staffetta che tanto bene ha fatto con la linea verde ad Anterselva.
Il primo atto, domani, sarà la staffetta mista, con la Norvegia già favorita d’obbligo su Francia. Svezia, Italia e Germania. Partiranno prima le ragazze ed in casa azzurra si potrà (o dovrà) puntare ad una strategia aggressiva per provare a far saltare il banco. Affidandosi a chi sa come si vince da queste parti. Anche nella nebbia.

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