Si prepara ad affrontare il secondo Mondiale della sua carriera con la possibilità di prendere addirittura parte a tutte le competizioni in programma, essendosi qualificato per la mass start grazie alla 14ª posizione che occupa nella classifica generale. Tommaso Giacomel arriva al Mondiale di Oberhof come uno degli osservati speciali tra i giovani, viste le ottime prestazioni e la continuità mostrata da Hochfilzen in poi.
Dopo aver preso parte soltanto a individuale (70°) e staffetta nel Mondiale del 2021 a Pokljuka e solo alla sprint (61°) e alla staffetta alle Olimpiadi di Pechino, il trentino delle Fiamme Gialle sente che questo evento iridato in Germania può viverlo con altre intenzioni, oltre a quella di fare esperienza. «Voglio ottenere qualche risultato – ha affermato l’azzurro a Fondo Italia – non mi basta più fare esperienza, ho già più di sessanta gare in Coppa del Mondo, ora vorrei fare risultati.
Una gara su cui punto? C’è la possibilità anche che le faccia tutte e sette (ride, ndr), quindi ogni gara è un’occasione per fare bene. Chiaramente la staffetta di domani è una buona opportunità. Dopo verranno sprint e inseguimento, dove ovviamente una gara sarà condizionata dal risultato dell’altra. Poi ci sono le competizioni della seconda settimana. Nel biathlon ogni gara è un’occasione.
Sono stato abbastanza versatile quest’anno, magari prima di Ruhpolding avrei detto che il punto debole era l’individuale, e invece anche lì sono andato bene. Punto a fare bene in tutte le gare.
Arrivare al Mondiale sapendo di poter essere protagonista è bello, non mi sarei aspettato che questa fase arrivasse così presto. Sono felice di essere già ora a questo livello».
E domani per lui e il fidato amico Didier Bionaz, la staffetta con Wierer e Vittozzi, due atlete simbolo del biathlon italiano: «Far parte una staffetta con loro due da un bel po’ di responsabilità, perché loro hanno vinto tanto. Io e Dido non vogliamo essere da meno, daremo il massimo e se ciò dovesse bastare per una medaglia, allora meglio.
Per quanto mi riguarda, mi sento bene fisicamente e sono pronto, ma vediamo, perché arriviamo tutti tirati a lucido».
Come ha scherzato Dorothea Wierer nell’intervista precedente, a differenza di quanto accade tra le donne, in campo maschile c’è un chiaro favorito: «Johannes Bø? Magari una gara su sette la sbaglia (ride, ndr). Lui può vincere anche se disputa una gara soltanto buona e non ottima. Sarà difficile batterlo, ma dietro non c’è gente scarsa, non penso che Lægreid, Christiansen, Tarjei e Fillon Maillet, per citarne alcuni, si facciano battere facilmente. E neanche io. Cercherò quindi di dare il massimo.
La stima che i big hanno mostrato nei miei confronti? Mi ha fatto piacere, qui in Coppa del Mondo ci si rispetta tutti l’uno con l’altro».