Per un’Italia che ha riportato il tricolore sul gradino più alto del podio di Coppa del Mondo in staffetta maschile dopo 17 anni, ce n’è stata un’altra che ha lottato altrettanto duramente, ma è scivolata…su un fazzoletto. È la disavventura – si perdoni la ripetizione – capitata a Paolo Ventura, secondo frazionista di Italia II nella staffetta di ieri a Dobbiaco, prova valida per la Coppa del Mondo di sci di fondo. Ricevuto il testimone da Giandomenico Salvadori in un’ottima posizione, l’azzurro ha fatto gara di gruppo, riuscendo a restare con i migliori per tutto il primo giro. Poi, un maledetto fazzoletto si è incastrato sotto uno sci e gli ha rovinato la preparazione della sciolina: Ventura, anche per l’aumento del ritmo da parte dei leader, ha perso terreno e ha ceduto il testimone al compagno Mikael Abram con un ritardo dal gruppo di testa di 47’’.
Secondi che avrebbero potuto essere molti meno, senza quell’intoppo, e che comunque non cancellano l’ottima prova del fiemmese: «La forma ora mi sembra buona, sabato c’era una neve un po’ particolare per me e ho scelto un paio di sci non adatti, non riuscivo a pattinare sul ghiaccio. La condizione c’è e spero che migliori ancora con il prosieguo della stagione», ha detto Ventura ai microfoni di Fondo Italia. «Sono partito bene, poi purtroppo ho preso un fazzoletto in pista, si è attaccato sotto la sciolina e non riuscivo a rimanere nel binario, dovevo stare fuori. Fuori si spende molto di più per la minor velocità, si sa. È andata così purtroppo, speriamo che vadano meglio le prossime gare. Siamo partiti tranquilli inizialmente, io cercavo di rimanere dietro De Fabiani. Nel secondo giro la gara ha cominciato ad accendersi con Niskanen: sapevo che sarebbe stata dura, ma stavo bene e non facevo neanche troppa fatica a rimanere lì. In piano riuscivo a recuperare bene, poi purtroppo c’è stato un piccolo intoppo. In vista di Planica, vedremo le convocazioni ma le gare che mi piacerebbe fare sono le tre distance: 15 km, skiathlon e 50 km».
Sci di Fondo – Ventura fermato da un fazzoletto: “Ma la condizione c’è”
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