Ha un grande sorriso Francesco De Fabiani, che dopo aver accolto a braccia alzate Federico Pellegrino al traguardo, è stato il primo a correre dai tecnici per festeggiare. Bellissimo anche il forte abbraccio con Markus Cramer prima di salire sul podio e cantare l’inno italiano insieme ai compagni di squadra e tutti i tecnici.
In mixed zone, l’azzurro non ha nascosto la propria gioia per questa storica vittoria in staffetta, arrivata a Dobbiaco: «Questa mi mancava, anzi direi che da un po’ di tempo mancava un po’ tutti noi. L’Italia non vinceva ormai dal 2006, mentre eravamo saliti sul podio noi nel 2016 a Nove Mesto, con Clara in terza dove oggi è Daprà. Devo dire che più volte siamo stati la terza nazione in questi anni, ma purtroppo la scelta, secondo me sbagliata, della FIS di far schierare a ogni nazione più squadre, penalizza le nazioni medie come la nostra».
Defa si è poi concentrato sulla gara: «Oggi il team ha funzionato bene, tutti abbiamo fatto il massimo che potevamo ed è bastato. Sapevamo che l’importante era dare il cambio a Federico (Pellegrino, ndr) insieme agli altri, perché poi sapevamo che lui in questo momento è fortissimo a skating, staccarlo era difficile ed ovviamente lo sprint ce l’ha di natura. Dovevamo portarlo lì con gli altri, è stata dura ma ce l’abbiamo fatta».
De Fabiani ha quindi parlato della propria prestazione: «Oggi è andata bene, l’importante era restare attaccato ai primi, non ci si deve inventare niente, anche se comunque non è facile, perché le staffette sono sempre una gara a parte, si è visto anche ieri nelle competizioni giovanili in Canada. Le nazioni medie possono ambire a ottenere risultati pur non avendo squadre o componenti a livello della Norvegia, che ne ha piazzati sette nelle prime sette posizioni ieri.
Per quanto mi riguarda, prima delle gare pensavo di stare bene, ma ieri mi sono accorto che manca ancora qualcosa. Nelle prossime due settimane abbiamo tempo per rifinire. Anche oggi stavo bene, anche se paradossalmente in salita, che è il mio punto forte, ero al limite, mentre andavo bene a spinta (ride, ndr). Sono contento di aver fatto una bella frazione, grazie anche all’ottimo lavoro dei nostri tecnici dei materiali».
A Pechino un anno fa, De Fabiani prese parte a tutte le gare, tranne la 50 km, andando però in calando nel corso del grande evento. Il valdostano del CS Esercito ha quindi ammesso che avrà un approccio diverso al Mondiale sloveno: «Ovviamente fino al giorno prima non si sa chi corre le gare a squadra. Senza dubbio, la team sprint con Chicco sarebbe una bella opportunità di medaglia. Se dovessi essere in una buona condizione, dovrei farla io, ma bisogna vedere. Se la facessi, punterei tanto su quella gara e sacrificherei lo skiathlon. Farò probabilmente la sprint per prendere ritmo e confidenza con la pista dei Mondiali. Invece non disputerò la 15 km a skating per arrivare più fresco alla staffetta. Poi ovviamente c’è la 50 km per chiudere bene. Un riscatto dopo quella saltata a Oberstdorf? In parte, perché lì la pista mi piaceva tanto, ma vediamo come sarà il tracciato mondiale».
Sci di Fondo – De Fabiani: “Una vittoria in staffetta mi mancava; Planica? Ecco quali gare dovrei fare”

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