Un campione è capace di cogliere sempre il massimo da sé stesso, anche nelle giornate più complicate, quando non si è nella miglior condizione fisica e soprattutto mentale. Federico Pellegrino ha dimostrato per l’ennesima volta per quale motivo è riuscito fin qui nel corso della sua splendida carriera a vincere tantissimo.
In qualificazione, il valdostano non aveva avuto le migliori sensazioni, più dal punto di vista mentale che fisico, così ha scelto un percorso diverso dal solito, optando per la parte bassa del tabellone. Da lì è partita la sua rincorsa alla finale e successivamente a un podio acciuffato con caparbietà, intelligenza ed esperienza, chiudendo alle spalle di Klæbo e l’ottimo Taugbøl.
«Oggi non ero in una super giornata – ha ammesso il poliziotto valdostano in mixed zone – fin dal mattino le sensazioni non erano super, però ho cercato di approcciare alla gara con una strategia diversa. Vero, un po’ più sulla difensiva, ma possiamo dire che ha pagato, perché se in una giornata negativa porti a casa un podio, vuol dire che almeno il fisico c’è, anche se a livello mentale magari non ero completamente sul pezzo. Dall’altra parte è normale che sia così, perché quest’anno sto cercando di essere competitivo in tutte le gare di ogni tappa. Negli anni passati avevo dieci occasioni in cui volevo essere al cento per cento, ma è più difficile farlo in trenta gare. Quindi sto scoprendo sempre di più il mio corpo, sto lavorando su esso sia fisicamente che mentalmente. Ripeto, se in una giornata non super riesci comunque a finire sul podio vuol dire che a livello fisico ci sei e quindi aspettiamo giornate migliori».
A trentadue anni, Pellegrino sta continuando a fare esperienza e scoprire sé stesso, anche se ammette che da papà sta diventando più difficile farlo, quando allenarsi e gareggiare lo porta a stare tanto tempo lontano da casa, dalla sua Greta e dal piccolo Alexis. «Io continuo a divertirmi – ha ammesso l’azzurro – anche se a volte inizia a essere quasi un un problema, quando penso che forse questo non è il posto più bello dove vorrei essere adesso. Sto lavorando anche su questo aspetto, non rendere più questa la cosa che più mi piace e voglio fare in questo momento, ma viverla più come lavoro e come tale rendere onore a chi mi mette in condizione di esprimermi al meglio e chi organizza questi eventi come Dobbiaco che ci mette a disposizione un tracciato spettacolare, preparato alla perfezione».
L’azzurro si è complimentato con il Comitato Organizzatore: «Quando parlo del tracciato non mi riferisco solo a oggi, ma soprattutto alla gara di domani, perché località molto più blasonate, da nomi molto più altezzosi, non sono state in grado di preparare tracciati di cinque chilometri per far disputare gare cronometro per la riuscità più corretta di un evento del genere. Invece dobbiaco si. Anche domani sarò in pista e cercherò di dare il meglio».
Pellegrino ha poi aggiunto: «In questa stagione non ho ambizione di risultato ma di dare meglio di me, quando non sei al cento per cento di testa non è scontato, non è facile, ma ripeto arrivare in finale, giocarmela è qualcosa di importante. Poi magari riguardandola avrò sicuramente qualcosa di cui rammaricarmi. È comunque un podio che fa felice il team, ciò è importante. Parentesi Les Rousses a parte, siamo sempre sul podio».
Proprio a Dobbiaco l’Italia preparerà il suo Mondiale e Pellegrino avrà una gradita sorpresa: «Verranno qui anche Greta e Alexis».
L’azzurro ha poi affrontato un altro interessante argomento, del quale tratteremo più tardi in un articolo a parte.
Sci di Fondo – L’orgoglio di Pellegrino: “È un bel segnale salire sul podio anche quando non sei nella giornata migliore”
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