“Tanta gente a tifare, poca in pista”. Cristian Zorzi punta il dito ancora una volta sulle scarse presenze nelle gare di Les Rousses per aprire la consueta analisi su Fondo Italia.
COSI’ NON VA – “Non è possibile andare avanti così: ero stato facile profeta dopo le gare di LIvigno dicendo che anche in Francia i numeri sarebbero stati pochi. Chiunque si presentava nelle gare femminili poteva portare a casa punti di Coppa del Mondo: è naturale che di fronte ad un calendario così denso alcune squadre facciano delle scelte. Il problema è a monte, su come è orchestrato il programma stagionale che non è razionale.
Non voglio dare sempre contro alla FIS, ma vogliamo parlare del tracciato di gara? Non si può proporre una 20km con una salita da ripetere 6 volte da fare tutti in fila a spina di pesce: quando il ventesimo del gruppo riusciva a scollinare, il primo era già passato da un’eternità. Ma solo in Val di Fiemme fanno le pulci su ogni singolo aspetto della pista? E per fortuna che sono già quasi perfette di loro…
Non capisco proprio la ragione di certe azioni. Ora ci spostiamo a Dobbiaco, ultimo test prima di Planica e credo che le indicazioni saranno particolari e dipendenti dai vari carichi di queste settimane di alcune squadre. Vedremo”.
TRIPUDIO JOUVE – “In gennaio Jouve è cresciuto tantissimo e a Planica sarà tosto da battere. Per lui vincere davanti a quella folla è stato un grande risultato e si è dovuto inchinare anche un Klæbo tutt’altro che rinunciatario, anzi. Poi si è rifatto nella 20km in un fine settimana che in casa Norvegia ha detto molto, sia sul ritorno in quota di Røthe, sia sulla battuta a vuoto di Krüger passando dalle vittorie di Amudsen e Skistad: ora i vichinghi devono fare le scelte giuste per fare man bassa di medaglie ai Mondiali”.
BRAVO GRAZ – “Sono davvero contento per il risultato di Davide. Credo sia un segnale importante, anche se andrà confermato con la giusta continuità. Sono convinto e l’ho detto più volte che negli anni passati sia stato portato a fare scelte non ideali, a gareggiare troppo: tutte cose che non gli hanno consentito di raccogliere quanto avrebbe potuto. Ora ha l’opportunità di rivedere alcune cose e tutelarsi maggiormente, il potenziale è innegabile.
Pellegrino nella sprint ha detto la sua in un week end complicato dal punto di vista dei materiali: su questo tipo di neve umida, noi “alpini” siamo un po’ in difficoltà per la nostra tendenza a privilegiare la tenuta. Gli scandinavi invece sono tipicamente più disposti ed abituati a gestire sci che tengono meno, avendo poi vantaggi in discesa… e si è visto.
Sta crescendo anche Francesca Franchi: ne ho già parlato a proposito di Mocellini e sono convinto che ora che si è lasciata alle spalle i problemi fisici degli anni passati possa crescere ancora. Ma è presto per dire fino a dove, dipenderà dalla costanza. Di certo è una che lavora bene e che non trascura nulla”.
MARCIALONGA – “Domenica ho potuto fare l’inviato in pista con Sky alla Marcialonga: erano anni che non c’erano condizioni così belle, con i binari che hanno tenuto fino al passaggio degli ultimi. Freddo, tanto freddo in Val di Fassa, ma una giornata davvero da ricordare per tutti i 7000 e più. Non potevano chiedere di meglio per la cinquantesima edizione…”