Klæbo non si batte. Anche se Richard Jouve ci è andato vicino.
Johannes Klæbo ha conquistato a Livigno l’ennesimo successo in Coppa del Mondo, firmando la sprint in tecnica libera valtellinese resistendo al poderoso ritorno del francese, pronto nell’eterno rettilineo finale in leggera salita a rendere la vita difficile al norvegese, capace comunque di mettere le mani sul successo numero 12 in stagione.
Un piccolo grande brivido per il norvegese, che comunque si trova ancora una volta davanti a tutto e sale sul gradino più alto del podio insieme a Jouve e al sorprendente elvetico Janik Ribli, autentico protagonista di giornata sin dalla mattina con il sesto tempo in batteria e abile a braccetto con il connazionale Grond a meritare l’accesso alla finale con una semi a ritmo sostenuto per tarpare le ali alle speranze di Pellegrino. La Svizzera mancava dal podio delle sprint da quasi dieci anni, dal dicembre 2013 quando – ancora in Italia – Gianluca Cologna fu terzo ad Asiago.
Ai piedi del podio, quarto posto per Pål Golberg, seguito dall’altro svizzero Grond e dal francese Jay.
Una finale come detto, senza Federico Pellegrino, costretto a rinunciare da primo degli esclusi al turno decisivo, dopo aver perso di un nulla il duello con Jouve nella semifinale principale di giornata, con Pellegrino a battezzare la coda del battistrada Klæbo che sul finale si è però rivelato un ostacolo nel contrastare la risalita sull’esterno di Jouve. Per l’azzurro alla fine si concretizza il settimo posto.
Il cammino verso la finale – Pochi scossoni nei quarti, con Klæbo a fare gara di testa seguito da Even Northug senza sprecare apparentemente troppe energie – la quota è elemento significativo, a 1800 metri, specie in una gara a turni ravvicinati – e Federico Pellegrino costretto ad un cambio di corsia per avvicinare il francese Jouve ed evitare di essere completamente chiuso dal giovane colosso svedese Edwin Anger, comunque ripescato. Salutano la compagnia gli altri due norvegesi Taugbøl e Tefre ed il resto del quintetto italiano, con Michael Hellweger che ha provato a cercare spazio nel lungo rettilineo finale, rallentato da un contatto con il britannico Clugnet che gli ha fatto perdere parte dell’abbrivio allontanandolo dalla promozione. Nel falsopiano conclusivo del tracciato valtellinese ha provato a mettersi in mostra anche Simone Mocellini, ma il trentino in tecnica libera non ha (ancora) l’efficacia che trova con gli sci nei binari e si è dovuto così accontentare della quinta piazza seguito dall’altro trentino Giovanni Ticcò; semaforo rosso con poche chance anche per Davide Graz nell’ultima heat firmata dallo statunitense Bolger. La classifica finale dirà che Mocellini si inserisce al 22° posto, con Hellweger 26° seguito a ruota da Ticcò e Graz.
La prima semifinale come spesso succede è una finale anticipata: Pellegrino battezza le code di Klæbo ma all’esterno Richard Jouve riesce a infilare la punta dello sci davanti all’azzurro garantendosi il passaggio immediato del turno, con Chavanat, Northug ed Anger tagliati fuori. Forse – ma a posteriori è facile parlare – la presenza di Klæbo si è rivelata un limite per il pluricampione azzurro che non ha potuto esprimersi fino in fondo nel trovare spazio e contendere il secondo posto a Jouve. A concretizzare questo timore ci hanno poi pensato nella seconda semifinale i due elvetici Grond e Riebli che con gara di testa e ritmo sostenuto hanno saputo resistere anche al prepotente ritorno di Pål Golberg, terzo e ripescato insieme all’altro francese Renaud Jay.
La classifica di giornata:
Sci di Fondo – Klæbo non cede e trionfa anche a Livigno. Jouve e lo svizzero Riebli sul podio; Pellegrino out in semifinale
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