Era l’unico format in cui prima di oggi non aveva ancora vinto nella sua Anterselva. Dorothea Wierer ha superato anche l’ultimo piccolo tabù, imponendosi nella sprint che ha aperto un weekend al quale l’azzurra tiene tantissimo. Il ritorno del pubblico ha subito riportato alla mente le emozioni del 2020, quando Doro regalò a sé stessa e all’Italia due magnifiche medaglie d’oro, facendo impazzire il pubblico di casa.
Quella di oggi è un’impresa che va però oltre, forse anche superiore ai due successi del 2020. Innanzitutto perché sono passati tre anni, con un’atleta oggi quasi trentatreenne capace di stringere i denti e mettere in riga atlete più giovani. Poi, ovviamente perché è un successo arrivato dopo le tante polemiche esplose nei giorni scorsi, a seguito dell’esclusione e successivo ritiro di Federica Sanfilippo, che ha sicuramente condizionato Wierer a Ruhpolding.
Per questo motivo Wierer ha tanti motivi per sorridere nel media centre di Anterselva, quando si ferma a parlare con i giornalisti presenti: «Diciamo che non pensavo nemmeno io di poter vincere, perché non avevo bellissime sensazioni, avevo le gambe dure e nelle ultime notti non ho dormito molto bene. Quando non sei al cento per cento, la terza settimana si fa sentire ancora di più. Alla fine sicuramente avevamo dei grandi materiali, ringrazio skiman per il grande lavoro. Poi il doppio zero ha pagato oggi».
Pochi avrebbero però immaginato di vederla così competitiva dopo le polemiche degli ultimi giorni. Wierer ha però spiegato come è riuscita a mettersi tutto alle spalle. «Ho cercato di concentrarmi su quello che dovevo fare. Ho parlato con tante persone, ho cercato di sfogarmi, far uscire tutte le mie emozioni. Ho fatto anche un po’ di meditazione (ride, ndr), anche se sembra strano, mi ha aiutato. Non so tipo da yoga, ma ci ho provato e ha funzionato».
Una vittoria da dedicare ovviamente alla sua amica Sanfilippo, ma non solo a lei: «Sicuramente a tante persone, ma soprattutto a Federica (Sanfilippo, ndr), a Fabio Cianciana, che oggi festeggia il suo compleanno, e a tutto lo staff alle nostre spalle che ha fatto un ottimo lavoro».
Nell’ultimo giro Wierer è riuscita a fare la differenza su Cloe Chevalier, resistendo anche al rientro di una Elvira Öberg indemoniata. «Ho cercato di non pensare al tempo ma dare solo tutto quello che avevo. Anterselva è sempre Anterselva, tutti patiscono, è veramente un tracciato semplice ma allo stesso tempo durissimo. Avevamo dei buoni sci che mi hanno dato una grande mano».
Un successo speciale per Doro anche perché arrivato davanti al pubblico: «Sicuramente ha un sapore diverso rispetto allo scorso anno. È sempre bello gareggiare davanti al pubblico, anche se ciò porta anche un po’ di pressione in più. Ci sono amici, famiglia e tanti conoscenti. Sono contenta di aver regalato un po’ di gioia».
Curiosamente Wierer ha ammesso di non aver seguito nulla della gara di Chevalier: «Ho visto solo gli ultimi trenta secondi della sua gara (ride, ndr), meno male. Io stavo ancora a cambiare, mangiavo haribo e bevevo Red Bull (ride, ndr). Facchinetti mi ha detto che c’era lei che era vicina al mio tempo, e proprio in quel momento stava entrando nello stadio. Per fortuna non ho visto la prima parte. Sicuramente se l’avessi vista uscire dal poligono, avrei pensato di aver ormai perso la possibilità di vincere, ma come dicevo in precedenza, Anterselva non perdona».
Biathlon – Wierer festeggia la sua impresa: “Non pensavo di poter vincere; dedicato a Federica, Cianciana e tutto lo staff”
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