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Biathlon – Elia Zeni pronto all’esordio in Coppa del Mondo: “Ogni atleta farebbe di tutto per avere questa opportunità ad Anterselva”

Quando nel 2020 Anterselva ospitava il Mondiale di Biathlon, Elia Zeni era da poco tornato dal suo evento iridato, quello della categoria Giovani a Lenzerheide. Allora il trentino nativo di Tesero, località famosa in tutto il mondo per lo sci di fondo, ancora diciottenne, aveva da poco concluso la sua prima grande esperienza internazionale e aveva iniziato a sognare guardando i big impegnati nel Mondiale italiano.

A tre anni di distanza, quando finalmente la Südtirol Arena di Anterselva riaprirà le porte ai tifosi e tornerà a riempirsi della passione del pubblico, Elia Zeni, appena ventunenne farà il suo grande esordio in Coppa del Mondo. Nella linea giovane indicata dalla direzione agonistica, non ci si fa problemi a lanciare subito anche un ragazzo della nazionale juniores, se ha dimostrato sul campo di meritarlo. È ciò che ha fatto il trentino delle Fiamme Gialle, capace al suo terzo weekend in IBU Cup di chiudere nella flower ceremony, terminando la sprint in quinta posizione e soprattutto confermando un ottimo stato di forma sugli sci.
È quindi arrivata la prima convocazione in Coppa del Mondo per il 2001 di Tesero, che a Fondo Italia ha descritto le sue emozioni.

Ciao Elia, complimenti per questa prima convocazione in nazionale. Quando ti è stato comunicato che saresti andato ad Anterselva? Come hai reagito?

«Gli allenatori me lo hanno comunicato subito dopo la premiazione per la top five nella seconda sprint di IBU Cup a Pokljuka. In un primo momento ero felice, ma anche confuso, non avevo realmente realizzato che avrei esordito in Coppa del Mondo. Con il passare dei minuti ho iniziato a pensarci ed è bellissimo».

Hai quindi raggiunto subito il resto della squadra ad Anterselva?

«Si, sono tornato da Pokljuka con Riccardo (Romani, ndr), mi ha lasciato qui ad Anterselva. Ovviamente non era previsto che andassi in Coppa del Mondo, credevo che sarei tornato a casa, tanto che non mi era rimasto nulla di pulito in valigia. Mi è toccato fare il bucato (ride, ndr)».

Sei rimasto sorpreso della convocazione?

«No, nel senso che ho visto che se si va bene ci viene dato spazio. Sono partito con il piede giusto nella categoria Junior e mi è stata subito data l’occasione di esordire in IBU Cup. Sono stato felice delle mie prove tra i senior, perché non era affatto scontato fare subito bene nonostante il salto di categoria. Ma soprattutto sono stato subito soddisfatto per il mio stato di forma. Proprio valutando la mia condizione sugli sci, a Pokljuka sapevo che avrei potuto avere una chance anche di conquistare un pettorale per la Coppa del Mondo, perché avevo visto che gli altri giovani che avevano ottenuto risultati positivi erano stati portati. Sono riuscito a sparare bene e a fine gara a quel punto speravo arrivasse la chiamata».

Che cosa ti aspetti dall’ambiente che troverai ad Anterselva?

«Sarà bello, ci sarà tanto tifo. Tante persone che conosco verranno a vedermi e mi fa piacere. Qualsiasi atleta farebbe di tutto per avere l’opportunità di esordire in Coppa del Mondo, figuriamoci per un italiano ad Anterselva, quindi vedrò di godermela fino in fondo».

Immagino faccia un effetto particolare gareggiare ad Anterselva con il pubblico dopo aver visto il Mondiale 2020 in tv.

«Qualche anno fa ero anche venuto alle gare, ma non ai Mondiali. Ho un bel ricordo del 2020 perché è stato il primo anno in cui sono andato veramente bene e ho iniziato a sperare un giorno di arrivare anche io a gareggiare tra i big ad Anterselva. Sinceramente, non avrei mai immaginato che l’esordio arrivasse così presto. Sono felice, perché ho fatto un grande passo avanti, migliorando tanto soprattutto quest’anno».

C’è qualche atleta in particolare che sei curioso di vedere all’opera?
«Domanda facile (ride, ndr). Ovviamente Johannes Bø. Sono curioso di vedere quanti minuti mi darà (ride, ndr). Già quando lo vedi in tv ti rendi conto che è di un altro pianeta. Sarà interessante seguirlo dal vivo, anche vedere come gestisce la preparazione alla gara e soprattutto come affronta le salite».  

In precedenza hai detto che sapevi di poter andare in Coppa del Mondo se avessi disputato una bella gara in IBU Cup. Il fatto che voi giovani abbiate la consapevolezza di avere spazio in Coppa del Mondo, se dimostrate di meritarlo, è uno stimolo in più?

«Certamente. Sappiamo che chi fa bene e lo merita viene fatto salire di livello, anche se è giovane. Ciò è uno stimolo in più. Non nascondo che la consapevolezza di ciò, domenica mi ha aiutato tanto nel corso dell’ultimo giro, quando dopo lo 0-1 ho iniziato a pensare che se avessi chiuso tra i primi, avrei probabilmente avuto l’opportunità di esordire in Coppa del Mondo. Ho spinto al massimo, spendendo tutte le energie che avevo in corpo».

L’esordio in Coppa del Mondo è un passo importante per la tua carriera. Chi vuoi ringraziare?

«Sicuramente il Gruppo Sciatori Fiamme Gialle, che mi ha dato fiducia arruolandomi, permettendomi di concentrarmi solo sullo sport e affrontare allenamenti e gare con maggiore serenità. Inoltre dedico questo esordio alla mia famiglia e gli allenatori avuti in passato, perché tutti hanno contribuito affinché arrivassi a questo punto. C’è però una persona in particolare a cui voglio dire grazie, è Pietro Dutto. Lui mi segue già da anni, nel gruppo della nazionale juniores è l’allenatore che si occupa dell’aspetto organico, contribuendo tanto al mio miglioramento nello sci di fondo. Inoltre è anche l’allenatore della squadra che mi segue a casa in Val di Fiemme. Ho molta stima di lui, è molto preparato ed è sempre disponibile. Se ho qualche dubbio posso rivolgermi a lui che è sempre pronto a rispondermi, aiutandomi con la sua grande esperienza da atleta».

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