Non poteva festeggiare meglio i suoi vent’anni compiuti lo scorso 19 dicembre, il giorno successivo alla sua prima vittoria internazionale da senior in OPA Cup e ricevendo proprio quel giorno la comunicazione che sarebbe stato convocato per il Tour de Ski.
Elia Barp si prepara così ad affrontare il suo esordio in Coppa del Mondo, che arriverà il prossimo 31 dicembre nella sprint di Val Müstair che aprirà il Tour de Ski.
«A St. Ulrich la domenica sera, dopo la buona gara che avevo fatto, parlando con Giovanni (Ticcò, ndr) ragionavamo sul fatto che avremmo potuto ricevere la convocazione per il Tour de Ski – ha affermato Barp a Fondo Italia – dal momento che siamo primo e secondo nella classifica di OPA Cup. Il giorno successivo, quello del mio compleanno, ho ricevuto la telefonata di Fulvio (Scola, ndr) che mi ha comunicato che avrei gareggiato al Tour de Ski. Insomma, direi che è stato proprio un bel compleanno, ero contento».
Barp non era stato lontano dall’esordio già in vista della tappa di Davos, ma col senno di poi è stato meglio gareggiare ancora in OPA Cup a St. Ulrich: «Si c’era stata questa opportunità, ma alla fine è stato meglio andare in Austria per l’OPA Cup, anche per soddisfazione personale. Sicuramente in Coppa del Mondo avrei fatto una bella esperienza, ma dall’altra parte ho ottenuto una vittoria che è stata molto importante mentalmente e mi ha dato tanta fiducia. Anche perché venivo dal weekend di Santa Caterina nel quale avevo fatto un po’ di fatica nella sprint, mentre nella distance alla fine non ero andato male, pagando un po’ le condizioni particolari della giornata, non adatte a tutti i tipi di sci. La controprestazione nella sprint, invece, credo fosse anche stata causata dai tanti viaggi fatti, non ero abituato a stare cinque settimane lontano da casa, anche questa è una nuova esperienza».
L’azzurro non vuole porsi obiettivi particolari in vista del suo primo weekend di gara: «Sarà la mia prima esperienza in Coppa del Mondo, quindi non so cosa aspettarmi. Ho visto solo gli italiani e qualche straniero in OPA Cup, mentre i norvegesi e gli altri li ho visti solo in tv. Sicuramente ho l’obiettivo di partire convinto e motivato, poi vediamo. Già domani quando faremo un giro della pista, inizieremo a pensare qualcosa. Vedendo quanto hanno fatto i miei compagni di squadra si può però puntare a fare bene. Anche nella distance, per esempio, Miki Abram ha mostrato che il livello del nostro gruppo Milano-Cortina 2026 è buono. Si può fare bene, ma non posso dire cosa aspettarmi, andrò lì con la mente libera e gli occhi chiusi. Dopo cinque minuti di gara potrei dirti cosa sono in grado di fare. Ma credo sia difficile sentirci durante la competizione (ride, ndr)».
Barp non ha ancora deciso se completerà o meno il Tour de Ski. L’idea è quella di ragionare tappa per tappa, valutando anche il suo livello in Coppa del Mondo: «Valuteremo nel corso delle gare. Intanto iniziamo da questo primo weekend, poi decideremo cosa fare. Inutile farsi troppi programmi già prima di essere lì, ogni ragionamento sarà rimandato a domenica sera. Se vedessimo che ho il livello per poter competere con gli altri allora potrei rimanere anche nelle tappe successive, se invece gli altri fossero troppo distanti, allora per me sarebbe più saggio tornare indietro e fare i passi giusti senza rincorrere qualcosa ancora troppo al di sopra del mio livello».
L’inizio di stagione ha regalato all’Italia anche il podio di Simone Mocellini, compagno di squadra di Elia Barp. Il secondo posto del finanziere trentino a Beitostølen rappresenta una bella motivazione per tutta la squadra della quale fa parte anche il veneto: «Credo che il suo podio abbia dato fiducia a tutto lo sci di fondo italiano, ma soprattutto alla nostra squadra, in quanto ci siamo allenati con lui in estate e abbiamo visto che il livello nel gruppo era equilibrato. Abbiamo capito che ottenere un buon risultato in Coppa del Mondo è difficile, ma non impossibile. Ciò ha dato morale a tutti».
Il veneto cresciuto nello Ski College Falcade è anche contento di poter vivere un pre gara in compagnia di Federico Pellegrino: «Cercherò ovviamente di chiedere e rubare con gli occhi tutto il possibile. Non capita tutti i giorni di avere Pellegrino come compagno di squadra alla vigilia di una gara, anche solo per capire come lui affronterebbe una determinata curva. Non sarò l’unico a chiedere consigli, credo che Miki (Abram, ndr) e Moce (Mocellini, ndr) l’avranno già fatto anche loro e continueranno a farlo. Anche questa è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire».
Al Tour de Ski, Elia Barp non ritroverà quell’Edvin Anger che ha spesso affrontato nelle categorie giovanili ed è partito piuttosto bene in Coppa del Mondo: «Mi aspettavo potesse andare subito forte, ma non a questo punto. So che è mostruoso, me lo ricordo in gara, anche lo scorso anno nella sprint mondiale in cui vinsi l’argento, lui aveva tirato in tutte le batterie. Lo avevo sfidato anche in occasione delle Olimpiadi Giovanili, quando vinse la sprint. È sempre stato grande, grosso e forte, nelle qualificazioni mi ha sempre legnato. Certo non credevo potesse già arrivare tanto in alto in classifica. È sempre stato più forte di me nelle sprint, ma nelle distance gli finivo spesso davanti e vedere che ha fatto bene anche lì mi ha dato morale».
In conclusione il veneto ha voluto anche ringraziare qualcuno per questo primo scalino salito: «Oltre che le Fiamme Gialle, voglio ringraziare Fulvio Scola, che ci ha seguito da allenatore per tutta l’estate e cerca il più possibile di seguirci anche quando siamo lontano dai raduni. Oltre a lui, ringrazio anche i miei compagni di squadra perché mi hanno aiutato a vivere un’estate serena e rendere meno complicato il passaggio a senior».