Sabato si parte dalla Val Müstair e pur con un giorno d’anticipo è lecito dire che il 2023 sugli sci stretti inizia proprio dalla sprint svizzera in tecnica libera.
Prima di Natale, il primo mese di 2022 ha detto diverse cose, alcune molto interessanti e restando in casa Italia oltre a confermare l’inesauribile fame di successi e gloria di Federico Pellegrino (primo podio distance, ritorno al successo nella “sua” Davos poche ore prima della paternità) ha messo in mostra il potenziale di Simone Mocellini, atteso la prossima settimana sulle nevi trentine della Val di Fiemme ad una nuova sprint con gli sci paralleli.
Il nuovo anno riparte dal Tour de Ski e si aspetta molto da Francesco De Fabiani. Almeno in classico.
Sesto a Beitostolen, undicesimo a Ruka il giorno successivo al decimo posto nella sprint: piazzamenti positivi, ma al netto delle assenze è lecito aspettarsi l’alpino di Gressoney costantemente nei piani alti della classifica. In tecnica libera le difficoltà – fisiche in primis – sono evidenti e finché non saranno del tutto risolte il potenziale del ventinovenne valdostano sarà inevitabilmente limitato. Ma in classico DeFa può esprimersi su standard elevati, con tutte le credenziali per sedersi al tavolo dei norvegesi.
E con facoltà di parola.
Storicamente le tappe in classico del Tour de Ski l’hanno spesso ispirato: sia ad Obetsdorf che a Lago di Fiemme De Fabiani ha conosciuto più volte il dolce sapore del podio e proprio questi appuntamenti (mass start in Val Müstair, individuale ad Oberstdorf, mass start in Val di Fiemme) potranno fungere da trampolino di lancio per un 2023 importante. Un 2023 in cui inseguire quella concretezza che non sempre è stata trovata, un 2023 in cui scaricare sulla neve quanta più determinazione possibile e magari ritagliarsi un ruolo da protagonista a Planica, guardando inevitabilmente alla 50km conclusiva.
E magari puntando soprattutto su quella, gestendo a dovere le energie nel percorso di avvicinamento, eventualità non sempre rientrata nei piani del portacolori dell’Esercito.
L’ultimo suo podio individuale dista ormai due anni; gennaio 2021, Val di Fiemme. Due anni importanti, in cui ha potuto conoscere prima e digerire poi le metodologie ed i carichi di allenamento del gruppo Cramer. Due anni in cui ha raccolto cose di valore ma senza cogliere appieno – questa è l’impressione, magari fallace – quanto il talento poteva proporgli.
Le motivazioni sono molteplici ed è difficile entrare nel merito di tutte le vicende di questi mesi, alcune magari tenute in riserbo. Ma il 2023 può davvero proporre il terreno perchè la maturazione di Francesco De Fabiani si completi, si concretizzi.
In bacheca ha una vittoria individuale – datata marzo 2015 – ed una in coppia con Federico Pellegrino – febbraio 2021 – con cui ha colto anche il bronzo iridato di Seefeld per un totale di 10 presenze complessive sui podi in "main events". Il suo nome è l’unico che si alterna a quello di Pellegrino nella storia recente del fondo azzurro negli ultimi otto anni – Mocellini escluso – e già questa è tanta roba come si suol dire oggi.
Ma Francesco De Fabiani ha ancora molto da dire. Ed il 2023 può davvero essere il suo anno.
L’Osservato Speciale – Francesco De Fabiani ed un 2023 di concretezza
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